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Iscrizioni scolastiche, come scegliere last minute la scuola superiore?

Entro il 30 gennaio tutti gli studenti di terza media devono individuare quale percorso d’istruzione superiore seguire dal prossimo settembre

Iscrizioni scolastiche, come scegliere <em>last minute</em> la scuola superiore? - foto 1
Ansa

Due settimane.

E’ il tempo rimasto a disposizione degli studenti di terza media e alle loro famiglie per scegliere la scuola superiore in cui inseguire il diploma. Molti avranno sicuramente già proceduto a finalizzare la domanda, ma non è escluso che tantissimi altri siano ancora in preda a dubbi e incertezze. Lo dimostra la grande affluenza agli Open Day supplementari che molti istituti hanno deciso di organizzare proprio in questi giorni. Una situazione che, ancor prima, aveva segnalato anche il portale specializzato Skuola.net nel suo Osservatorio sull’orientamento - realizzato intervistando 1.800 “licenziandi” - secondo cui, alla vigilia dell’apertura delle iscrizioni, addirittura 1 giovane su 4 non aveva ancora ben chiaro né l’indirizzo né tantomeno l’istituto di destinazione.

 

Anche all’ultimo secondo si può fare una buona scelta

 

Ora però non ci si può più girare intorno. Una direzione va presa. Ma, per chi sta navigando veramente al buio, quali sono gli elementi da tenere in considerazione per evitare il più possibile di fare clamorosi errori di valutazione, che rischiano di condizionare in negativo i prossimi cinque anni di scuola? Il tempo per fare una scelta consapevole, per loro fortuna, ancora c’è. A sostenerlo è Daniele Grassucci, direttore proprio di Skuola.net e autore di libri e guide dedicate all’orientamento scolastico.

 

Parlando di iscrizioni, quali sono le cose da tenere ben presenti quando ci si trova in una situazione di stallo ma, al tempo stesso, si deve fare per forza una scelta?

 

“Molto spesso quando si è indecisi, si sceglie di non scegliere. Ovvero di optare per un indirizzo scolastico che non specializzi eccessivamente lo studente, rimandando questa specializzazione al momento di scelta successivo, verso la formazione post diploma. Per questo, vista la nuova ampia offerta formativa dei licei, entrata a regime ormai da oltre dieci anni, è molto più facile che uno studente indeciso si orienti verso un liceo anziché su un istituto tecnico o professionale. Il che non sarebbe un problema eccessivo se poi lo stesso studente riuscisse a completare con successo un percorso di formazione post diploma, che sia una laurea, un ITS o un corso professionalizzante. In realtà, però quello che accade è che spesso non si riesce a fare ciò e quindi si rimane sul mercato del lavoro con il solo diploma di liceo, il che rende molto più difficile trovare un’occupazione”.

 

Spesso l’indecisione è figlia dello scarso orientamento: giunti a questo punto si può fare qualcosa per recuperare il tempo perduto?

 

“Rimpiazzare la mancanza della attività di orientamento, a pochi giorni dalla scelta, è una missione quasi impossibile. Ci sono però dei possibili strumenti di emergenza offerti dal nostro sistema istituzionale. Ad esempio, è consigliabile fare un salto sul portale excelsiorienta, predisposto da Unioncamere: qui, attraverso una serie di domande che cercano di indagare sulle passioni, le attitudini e le skills degli studenti, indirizza verso possibili percorsi formativi, a cui corrispondono anche degli sbocchi lavorativi più richiesti nel territorio in cui si vive; facendo una sorta di orientamento che sia adatto alla persona e, parallelamente, al mondo del lavoro. Se, invece, si è perlomeno deciso l’indirizzo di studi ma non la scuola dove iscriversi può venire in soccorso la piattaforma Eduscopio, creata dalla Fondazione Agnelli, dove si possono vedere quali istituti sono più efficaci, in un certo indirizzo e in un certo territorio, ai fini della formazione universitaria o dell’inserimento nel mondo del lavoro”.

 

Ma queste classifiche sono davvero attendibili?

 

“Le classifiche vanno prese per quello che sono, ovvero dei confronti fatti su un parametro. Nel caso di Eduscopio, quando si parla di licei, il parametro è l’efficacia in termini di frequenza universitaria, raggiunta dagli studenti che si sono diplomati negli anni precedenti in quella specifica scuola; mentre per quel che riguarda gli istituti tecnici e professionali si va a vedere soprattutto l’efficacia in termini lavorativi, osservando quanti studenti sono occupati subito dopo il diploma. L’ideale, prima di consultarle, è perciò quello di focalizzare l’obiettivo, stabilire cosa si cerca e quali informazioni si vogliono ottenere”.

 

Una selezione fatta “sulla carta” può essere sufficiente a individuare quali scuole rispondono a esigenze individuali?

 

“Certo che no. Il consiglio è quello di andare in ogni caso a conoscere “dal vivo” la scuola selezionata, non solo in occasione degli Open Day, che per ovvie ragioni tenderanno a sottolineare gli aspetti positivi. Particolarmente utile, infatti, sarebbe parlare con le persone che la frequentano, per far uscire fuori anche eventuali criticità. Su questo tema, c’è un altro buon riferimento per capire quali sono punti di forza e di debolezza di un istituto: è il portale ministeriale “Scuola in chiaro”, soprattutto nella sua sezione dedicata ai RAV (Rapporti di autovalutazione), dove si ha una sorta di pagella della scuola, con una serie di voci (dal rendimento degli studenti al rapporto scuola-famiglia) e con un punteggio numerico che mette a confronto il funzionamento generale di una scuola rispetto a un’altra”.

 

Restando su “Scuola in chiaro”, quali sono le informazioni più utili che ci si possono trovare dentro?

 

“Sono molte le informazioni fondamentali per valutare una scuola che possono emergere dal portale del Ministero. Viene, ad esempio, mostrato il Piano triennale dell’offerta formativa, quindi non solo le attività curricolari ma anche quelle extra, che completano l’offerta generale. Altri elementi importanti, poi, sono quelli sulle strutture, che ci fanno capire quanto una scuola sia nuova o vetusta, sicura o precaria, quali certificazioni possiede. Si può conoscere anche la composizione dell’organico, studenti e professori (ad es, se c’è una forte percentuale di docenti con contratto a tempo determinato questo potrebbe incidere negativamente sulla continuità didattica, con frequenti cambi in cattedra e supplenze). Altra voce utile può essere quella relativa al bilancio della scuola, che ci dice come questa spende i soldi delle famiglie (il cosiddetto contributo scolastico). Infine, il già citato Rapporto di Autovalutazione (RAV), che permette di comprendere quanto sono efficaci gli insegnamenti in termini di voti scolastici ma anche di verificare se eventuali voti elevati corrispondono poi a rendimenti altrettanto positivi nelle prove INVALSI; qui, inoltre, la scuola è obbligata a parlare delle sue criticità, oltre che delle cose positive, nonché dei progetti di miglioramento messi a punto. Con tutti questi elementi in mano, la famiglia può davvero capire se quella specifica realtà fa al caso proprio”.

 

Come utilizzare, invece, i risultati di eventuali test di orientamento a cui ci si sottopone?

 

“I test di orientamento sono sicuramente un ottimo strumento di orientamento per gli studenti. Ma non vanno presi per oro colato. Il consiglio, in questo caso, è quello di provare a svolgere vari test orientativi, perché ognuno di essi ha un limite nella propria costruzione, specialmente se erogato gratuitamente, e potrebbe quindi non essere pienamente efficace. Avere più di un suggerimento permette, inoltre, di avere più opzioni ma anche di capire se l’esito complessivo dei vari test è solido. Per questo, anche per chi ha avuto il cosiddetto Consiglio Orientativo, da parte della scuola di provenienza, sarebbe buona cosa associarci la partecipazione a un test “esterno” di tipo istituzionale”.

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