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Erasmus, boom di partenze nell’ultima edizione: l'ateneo di Bologna il più attivo del Continente

I dati dell'ultimo rapporto INDIRE su Erasmus+ celebrano il successo del programma di scambio: + 12% di partenze rispetto alla precedente rilevazione

03 Lug 2025 - 17:52
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Cervelli in fuga che fortunatamente tornano indietro: sono gli studenti - non solo universitari - che sono stati all’estero per il programma Erasmus+, che ormai coinvolge stabilmente anche docenti e adulti in formazione: solo nel 2024 si contano complessivamente 76.465 partenze, con un incremento dell’11,99% rispetto all’anno precedente.

A certificarlo è l'ultimo Rapporto INDIRE 2024, che celebra il successo di Erasmus+, il programma di scambio che, da trentasette anni, collega scuole e università dell’Unione Europea. Riassunto nei suoi passaggi più rilevanti da Skuola.net.

Una buona parte di questi partenti si registra, come prevedibile, nel segmento di istruzione terziaria: circa 44.000 universitari sono partiti, con un saldo positivo di circa 6 mila unità rispetto agli ingressi. Numeri che fanno sì che l’Italia rappresenti la seconda destinazione più richiesta in Europa e il quarto paese per numero di partenti.

L'Università di Bologna punto di riferimento continentale

In questo senso, l’Alma Mater Studiorum di Bologna si prende addirittura la cima della classifica, con 3.490 partenze. Subito dopo, con 2.585 partenze, troviamo l’Università di Padova, che si piazza al secondo posto tra le migliori università per numero di studenti outgoing.

Le due eccellenze italiane precedono altre realtà accademiche di prim’ordine, tra cui: l’Universidad de Granada, terza, che registra 2.507 iscritti in uscita; l’Univerzita Karlova, in Repubblica Ceca, al quarto posto con 2.010 studenti partiti; l’Universitat de Valencia, che con 1.955 studenti in uscita occupa il quinto posto della classifica.

Per dove si parte: la Spagna in cima alla lista

Le mete più gettonate dai nostri connazionali? Nell’ordine Spagna (32,2%), Francia (12,8%) e Germania (10%). Con una durata media del soggiorno, in caso di studio, di circa 5 mesi. Un arco di tempo che si riduce a circa tre mesi e mezzo per le mobilità legate ai tirocini.

Il “boom” delle partenze trova riscontro anche nei dati della Call 2022 (realizzata tra giugno 2022 e luglio 2024), che indicano come ben 44.527 persone, tra studenti e docenti appartenenti a 298 istituzioni accademiche italiane, abbiano svolto un'esperienza di mobilità per studio o tirocinio all'estero: un dato che ci colloca di diritto al quarto posto in Europa per numero di partenze, con una crescita del 18,2% rispetto alla call precedente. 

In tanti scelgono l'Italia

Ma se il dato più sorprendente riguarda il numero di studenti italiani che scelgono di partire, non meno impressionante è, come anticipato, l’apprezzamento che il Belpaese riceve da parte dei giovani europei. Siamo la seconda destinazione più ambita, a dirlo sono i numeri. Tutti (o quasi) vogliono studiare in Italia: nell'ambito della Call 2022, sono stati 38.282 gli studenti in ingresso in Italia per studio o tirocinio, registrando una crescita del 33% rispetto alla Call precedente.

E anche invertendo la classifica e considerando gli ingressi, l'Alma Mater Studiorum si conferma al primo posto tra gli atenei europei più gettonati, con ben 3.040 arrivi. Al quinto posto, entra in classifica pure La Sapienza di Roma, che ha accolto 2.127 studenti. In mezzo, spicca l’Universidade de Lisboa, che con 2.688 arrivi si piazza al secondo posto, facendo capolino tra gli atenei che attirano più studenti in Europa.

Studenti in ingresso che, qui da noi, provengono principalmente dalla Spagna (31,9%), dalla Francia (14,4%) e dalla Germania (11,4%): proprio gli stessi Paesi con cui, ormai da anni, abbiamo impostato un virtuoso circuito di scambi europei.

Le ragazze trainano la truppa

Tornando, invece, agli studenti italiani in uscita spicca l’alta adesione delle ragazze. L’identikit dello studente italiano in Erasmus, infatti, ci dice che sono proprio le studentesse a trainare la grossa fetta dei partenti, con il 62% di esse impegnate in progetti di mobilità europea.

A muovere gli oltre 44mila impegnati in percorsi di mobilità europea è la volontà di accrescere le proprie competenze, e vivere nuove esperienze di vita arricchenti. 

Cosa spinge a fare l'Erasmus?

Più nel dettaglio, tra le motivazioni che spingono alla partecipazione ai programmi Erasmus, il 75,7% parte per vivere all'estero soprattutto e conoscere nuove persone: non è solo turismo, ma desiderio di tessere una rete di relazioni umane e sociali. Anche l’apprendimento della lingua resta una leva importante: oltre il 75% parte per imparare o migliorare una lingua straniera.

Particolarmente significativo è, poi, il dato sulle soft skills: il 73,2% vede nell'esperienza Erasmus+ un “laboratorio” per sviluppare adattabilità, capacità di problem solving e curiosità. Competenze che non si imparano sui libri, e nemmeno rimanendo a casa con mamma e papà.

Alla fine, comunque, è il futuro lavorativo il motore principale: oltre il 50% punta ad aumentare le opportunità di lavoro all'estero, mentre il 34,3% mira a potenziare le proprie prospettive occupazionali in Italia. Un calcolo che alla fine trasforma Erasmus+ un investimento a lungo termine sulla propria carriera.

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