NON SI RISCHIA SOLO ALLE SUPERIORI

Bocciati alle medie? Missione (quasi) impossibile, ma tra gli studenti del Nord e gli alunni stranieri i rischi aumentano

Un fenomeno raro, ma non impossibile, soprattutto in alcune regioni e tra gli studenti con cittadinanza non italiana: lo rivela l’analisi di Skuola.net sugli ultimi dati ministeriali disponibili

07 Mag 2025 - 19:50
 © ansa

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Alle elementari, anche supplicando, è praticamente impossibile essere bocciati: chiedere informazioni a quella coppia che ha fatto ricorso al Tar perché la scuola non aveva fatto ripetere l’anno al proprio pargolo, come loro avrebbero invece voluto per aiutarlo nel percorso di apprendimento.
 
Alle medie, invece, lo scenario si fa quantomeno più realistico, anche se abbastanza raro, almeno in certi contesti: lo rivela un’analisi del portale Skuola.net che ha osservato l’ultimo report disponibile del Ministero dell’Istruzione e del Merito sugli “Esiti dell’esame di Stato e degli scrutini nella scuola di I grado”.

Archiviata l’emergenza pandemica -  che nell’anno scolastico 2019-20 ha fatto registrare un picco dei promossi nelle scuole medie pari al 99,6% grazie ad una sorta di condono delle insufficienze - oggi la situazione è più articolata.

Niente esami di riparazione, si passa direttamente alla bocciatura

Nel I ciclo d’istruzione, infatti, non è prevista la sospensione del giudizio con il recupero delle materie a settembre - i cosiddetti debiti - e, anche in caso di insufficienza in una o più discipline, l’alunno può essere ammesso all’anno successivo con delibera a maggioranza del Consiglio di classe. Oppure no.

Perché, come recita la normativa, la parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline può comportare la non ammissione alla classe successiva.

Il rendimento nelle materie è solo una parte della valutazione

Allo stesso modo, altri due “vincoli” da rispettare per ottenere la promozione sono la frequenza obbligatoria di almeno due terzi del monte orario minimo previsto e, vista anche la recente stretta voluta dal MIM, una condotta consona all’ambiente scolastico: con meno di sei decimi in “comportamento” il Consiglio di classe può disporre la bocciatura dell’alunno, anche in caso di una valutazione sufficiente nelle materie curricolari. 

Tutto questo ha portato nell’anno scolastico 2022-23 a registrare nelle scuole medie - tra prima e seconda classe - un tasso di ammissione alla classe successiva pari al 98,5%. Ciò vuol dire che l’1,5% ha fallito nella missione. Tradotto in numeri assoluti, stiamo parlando di ben oltre i 10mila alunni.

A questi si è aggiunto, poi, uno 0,4% (circa 4mila studenti) che, a causa delle troppe assenze, non ha raggiunto la validità dell’anno scolastico, venendo dunque bocciato in sede di scrutinio. 

In prima media i rischi maggiori

Con una tendenziale differenza tra i primi due anni di corso, a discapito della classe iniziale: sempre nell’a.s. 2022-23, l’1,7% non ha concluso positivamente il primo anno tra i banchi delle medie, rispetto all’1,4% degli studenti del secondo anno. 

A offrire una lettura più dettagliata sono, poi, le diverse variabili che concorrono a delineare il profilo degli alunni più esposti. Partendo dalle differenze di genere, che evidenziano come le ragazze siano decisamente più “performanti” tra i banchi rispetto ai compagni maschi: al termine del primo anno di studi, le studentesse vantano un tasso di ammissione alla classe successiva del 98,8%, mentre i loro colleghi si fermano al 97,9%. 

Distacco che, comunque, già dall’anno successivo si assottiglia, pur rimanendo di circa un punto percentuale: in questo caso la percentuale delle ragazze promosse tocca il 99%, contro il 98,3% dei maschi.

L'origine degli studenti può fare tanta differenza

Tra gli altri fattori che giocano un ruolo chiave in ottica promozione, anche l’integrazione vuole la sua parte. Infatti, le principali disuguaglianze emergono proprio a seconda delle origini degli studenti. Per quelli con cittadinanza non italiana, il tasso di ammissione si ferma al 95%, contro il 99% dei coetanei con “italiani”.    

A fare la vera differenza, però, è soprattutto il luogo di provenienza, con gli alunni nati all'estero che faticano di più rispetto ai coetanei nati in Italia. In particolare, al primo anno gli ostacoli sono più evidenti: il 5,5% degli studenti stranieri non completa positivamente l’anno scolastico, una percentuale che diminuisce al secondo anno, ma che resta comunque significativa con uno scarto di quattro punti percentuali.

Infine, emergono, seppur esigue, differenze anche da un punto di vista territoriale. Se da un lato le regioni del Sud Italia presentano tassi di ammissione molto elevati, con punte superiori al 99%, come nel caso di Molise (99,5%) e Basilicata (99,2%), dall’altro le regioni del Nord registrano numeri leggermente inferiori alla media nazionale. 

Ad esempio, il Piemonte, con un tasso di ammissione del 97,7%, e la Valle d’Aosta, con il 97,4%, sono quelle che presentano i numeri più “bassi”, sebbene la differenza rispetto al Sud non sia certo abissale.

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