ALUNNI STRANIERI IN DIFFICOLTA'

Anche tra i banchi l’integrazione è in salita: uno studente straniero su quattro non supera il primo anno delle superiori

La scuola è il primo banco di prova per l’integrazione, ma non sempre tutto va liscio. Nelle scuole superiori il tasso di bocciati degli alunni di origine non italiana è nettamente più alto rispetto a quello dei nostri connazionali

07 Lug 2025 - 17:58
 © Ansa

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Le difficoltà dei giovani con cittadinanza non italiana non si manifestano solo nell’inserimento sociale, ma anche tra i banchi di scuola. I dati mostrano, infatti, come il loro percorso verso il conseguimento dei titoli scolastici di base sia spesso più complesso rispetto a quello dei coetanei italiani.

Come segnala il portale Skuola.net, gli esiti degli scrutini del Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM), relativi all’anno scolastico 2022-23, evidenziano una disparità evidente tra gli studenti italiani e quelli stranieri.

Alle superiori le cose si complicano

Alle superiori nel complesso, solo l'82,9% degli alunni con cittadinanza non italiana riesce ad essere ammesso alla classe successiva, contro il 93,6% degli italiani.

Uno dei principali problemi riguarda la discontinuità delle lezioni, in particolare nell’insegnamento della lingua italiana - che dovrebbe essere la chiave d’accesso per una corretta integrazione sociale - a cui si somma spesso l’assenza di un supporto didattico costante e strutturato.

Ostacoli che, se non affrontati, rischiano di vanificare l’impegno degli studenti. È quanto accaduto, ad esempio, a un giovane di origini pakistane, bocciato quest’anno all’esame di Maturità a Bologna, nonostante i tanti sacrifici fatti e un discreto rendimento scolastico: un esempio di come la buona volontà, da sola, non basti, soprattutto quando il sistema mostra limiti strutturali evidenti.

Il sistema scolastico italiano è infatti “progettato” per fare andare avanti più o meno tutti fino al termine delle scuole medie: alle elementari bocciare è una eventualità quasi sconosciuta, alle medie più probabile ma sempre molto rara.

Alle superiori, invece, le cose si fanno serie per tutti e c’è il primo giudizio universale, che per gli alunni di origine non italiana assume i contorni dall’apocalisse.

Il divario con gli studenti italiani è evidente

Al termine del primo anno delle scuole superiori, il tasso di promozione per gli studenti stranieri scende al 76,8%, mentre quello degli studenti italiani raggiunge il 91,6%. Un gap di quasi 15 punti percentuali che riflette tutte le difficoltà di ambientamento e apprendimento che molti studenti non italiani affrontano all’ingresso nel nuovo ciclo di studi.

Per fortuna, superato questo “scoglio” iniziale, i dati mostrano però un miglioramento costante nel corso degli anni successivi. Già al secondo anno, il divario si riduce sensibilmente: il tasso di ammissione per gli studenti italiani sale al 93,8%, mentre per quelli con cittadinanza non italiana raggiunge l’83,7%. Ma, come visto nel caso di Bologna, le criticità spesso rimangono sottotraccia.

Nella corsa verso il diploma le cose tendono a migliorare

Resta comunque il fatto che, tra un adattamento “in itinere” e il graduale consolidamento delle competenze, il gap si riduce man mano che si avanza verso il diploma. Così, al terzo anno, la forbice continua ad assottigliarsi: qui, il tasso di promozione per gli studenti stranieri sale all’85,2%, mentre per gli italiani si mantiene stabile al 93,7%

Pur partendo da una posizione svantaggiata, quindi, molti riescono a recuperare terreno e a inserirsi in maniera più stabile nel percorso scolastico. E alla fine del quarto anno, il tasso di ammissione degli studenti con cittadinanza non italiana sfiora il 90,2%, contro il 95,5% dei coetanei italiani.

I progressi - seppur in filigrana - parlano di un’integrazione possibile, restando però difficilmente raggiungibile per chi non ha gli strumenti adatti e il costante supporto nella didattica. Perché, come spesso avviene in questi casi, la differenza la fa anche la scuola che si frequenta. E, al solito, la variabile territoriale gioca un ruolo da protagonista: se a livello nazionale, il tasso medio di ammissione degli studenti stranieri si attesta all’82,9%, ci sono regioni dove la situazione è decisamente più critica.

In Valle d’Aosta, solo il 69,5% degli studenti stranieri passa l’anno: è il dato più basso d’Italia. Sempre al di sotto della media nazionale, seguono poi la Toscana (78,2%), la Liguria (78,7%), il Trentino Alto Adige (80,3%), l’Emilia-Romagna (80,5%), la Sicilia (82,1%), la Lombardia (82,3%) e la Sardegna (82,9%).

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