DA UNO STUDIO USA

Trovata una "strada diretta" tra il cervello e i batteri dell'intestino

Lo studio pubblicato sulla rivista Nature potrebbe gettare nuova luce su patologie come l'obesità e i disturbi psichiatrici

23 Lug 2025 - 18:38
 © istockphoto

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È ormai noto che il cervello e il microbiota intestinale sono strettamente connessi, grazie a un'interazione che può influenzare la salute e il benessere dell'organismo in molti modi diversi. Ora, però, i ricercatori hanno scoperto nei topi un'altra "strada diretta" tra questi due protagonisti, che permette al cervello di rispondere in tempo reale ai segnali inviati dai batteri che vivono nell'intestino, modificando di conseguenza il comportamento e spegnendo l'appetito.

Lo studio Usa

 Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, si deve al gruppo guidato dalla Duke University americana e potrebbe gettare nuova luce su patologie come l'obesità e i disturbi psichiatrici

"Eravamo curiosi di sapere se il corpo potesse percepire i segnali microbici in tempo reale e non solo tramite una risposta immunitaria o infiammatoria ma come una risposta neurale, che influenza direttamente il comportamento", commenta Diego Bohórquez, che ha coordinato i ricercatori.

La chiave di questa via di comunicazione è la flagellina, una proteina presente nei flagelli dei batteri, cioè strutture simili a code usate dai microrganismi per nuotare. Quando mangiamo, alcuni batteri intestinali rilasciano flagellina, che viene rilevata da piccole cellule sensoriali che rivestono il colon. A loro volta, queste inviano un segnale nervoso al cervello, dicendogli di smettere di mangiare.

"Guardando al futuro, credo che questo lavoro sarà particolarmente utile per la comunità scientifica che vuole spiegare come il nostro comportamento sia influenzato dai microbi", afferma Bohórquez. "Il prossimo passo sarà studiare come specifiche diete modificano il paesaggio microbico intestinale: questo potrebbe essere un tassello fondamentale del puzzle in condizioni come l'obesità o i disturbi psichiatrici".  

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