LO STUDIO DI CAMBRIDGE

Demenza, il rischio di ammalarsi aumenta per chi vive in aree inquinate

Le tre componenti dell'inquinamento che hanno una maggiore influenza sul rischio della patologia sono le polveri sottili Pm2.5, la fuliggine e il biossido di azoto (No2)

25 Lug 2025 - 12:51
 © -afp

© -afp

 L'esposizione a lungo termine all'inquinamento atmosferico può aumentare notevolmente il rischio di sviluppare demenza nel corso della vita. Un'ulteriore conferma arriva da uno studio condotto da ricercatori della University of Cambridge e pubblicato sulla rivista The Lancet Planetary Health.

"La demenza ha colpito più di 57 milioni di persone a livello globale nel 2019 ed è stata classificata come l'ottava causa di morte a livello mondiale nel 2021", scrivono i ricercatori. "L'impatto sulla società e sulle persone sono ampi e resta un'urgente necessità di indagare e affrontare le cause di questa sindrome". Da qualche anno l'inquinamento atmosferico è stato riconosciuto tra i possibili fattori di rischio della demenza, ma è stato difficile quantificare il suo apporto e misurare il contributo di ciascun inquinante. 

I risultati della ricerca

 Il nuovo studio ha passato in rassegna 32 ricerche condotte in precedenza, considerando i dati di 29 milioni di persone e scoprendo che le tre componenti dell'inquinamento atmosferico che hanno una maggiore influenza sul rischio di demenza sono le polveri sottili Pm2.5, la fuliggine e il biossido di azoto (No2). In particolare, per ogni 10 microgrammi per metro cubo di Pm2.5 il rischio relativo di demenza di un individuo aumenta del 17%; per ogni 10 microgrammi per metro cubo di No2, il rischio relativo aumenta del 3% e per ogni μg/mü di fuliggine, il rischio aumenta del 13%. Per avere un'unità di confronto, la misurazione media di Pm2.5 nel centro di Londra nel 2023 è stata di 10 μg/mü; quella di No2 di 33 µg/mü, quella di fuliggine di 0,93 μg/mü. "Questi risultati sottolineano la necessità di un approccio interdisciplinare alla prevenzione della demenza", afferma in una nota Christiaan Bredell, tra gli autori dello studio. "Prevenire la demenza non è solo responsabilità del settore sanitario: questo studio rafforza le prove che la pianificazione urbana, la politica dei trasporti e la regolamentazione ambientale abbiano tutti un ruolo significativo da svolgere", conclude. 

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri