LA SCHEDA

Cancro alla prostata: cos'è, come si cura e quali sono i sintomi

Si tratta di una delle neoplasie più comuni tra gli uomini, soprattutto sopra i 50 anni d'età. In Italia è la forma tumorale maschile più diagnosticata. L'importanza della diagnosi precoce e della prevenzione

19 Mag 2025 - 15:26
 © -afp

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L'ex presidente americano Joe Biden ha ricevuto una diagnosi di cancro alla prostata, giunto a uno stadio aggressivo. Si tratta di una delle neoplasie più comuni tra gli uomini, soprattutto sopra i 50 anni d'età. Si sviluppa quando le cellule della prostata - una ghiandola delle dimensioni di una noce situata sotto la vescica - iniziano a crescere in modo incontrollato, formando un tumore maligno. Secondo l'Airc, in Italia quello alla prostata è il tumore diagnosticato più di frequente nella popolazione maschile.

Quali sono i sintomi del cancro alla prostata

 Nelle sue fasi iniziali, il tumore alla prostata è spesso asintomatico. Con la progressione della malattia, possono comparire sintomi urinari come:

  • difficoltà a iniziare la minzione;
  • necessità di urinare frequentemente, soprattutto di notte (detta nicturia);
  • flusso urinario debole o interrotto;
  • dolore o bruciore durante la minzione;
  • presenza di sangue nelle urine o nello sperma;
  • disfunzione erettile;
  • dolore nella zona pelvica o lombare.

I fattori di rischio

 Diversi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare il cancro alla prostata. Il primo, come accennato, è l'età: il rischio aumenta significativamente dopo i 50 anni. Un altro fattore da considerare è la familiarità, cioè avere parenti di primo grado che hanno contratto la malattia incrementa il rischio. Anche la dieta influisce notevolmente: un'alimentazione ricca di grassi saturi e povera di frutta e verdura può contribuire alla formazione di tumore alla prostata. In questo senso obesità e sedentarietà vengono associati a un rischio maggiore di contrarre forme aggressive del cancro.

Gli stadi del cancro alla prostata

 La divisione in stadi del cancro alla prostata si basa sul cosiddetto sistema Tnm. La "T" sta per "tumore" e riguarda la dimensione e la localizzazione del cancro primario. La "N" sta per "nodi linfatici": a questo stadio successivo, viene riscontrata la presenza di cellule tumorali nei linfonodi regionali. Allo stadio "M" si osserva invece la diffusione di metastasi. Questa classificazione aiuta a determinare l'estensione della malattia e a pianificare il trattamento più appropriato.

Come si cura il cancro alla prostata

 Il trattamento del cancro alla prostata dipende dallo stadio della malattia, dall'età del paziente e dalla presenza di altre condizioni di salute. Le opzioni terapeutiche includono innanzitutto la sorveglianza attiva, vale a dire un monitoraggio regolare per tumori a crescita lenta. Le circostanze potrebbero però rendere necessario il ricorso alla chirurgia, inclusa una prostatectomia radicale per rimuovere la prostata. C'è poi la radioterapia, che si basa sull'uso di radiazioni per distruggere le cellule tumorali. La terapia ormonale consiste invece nella riduzione dei livelli di testosterone per rallentare la crescita tumorale. Un altro metodo di cura classico del cancro è ovviamente la chemioterapia, utilizzata in stadi avanzati o quando altri trattamenti non sono efficaci. Negli ultimi anni sono state tuttavia sperimentate terapie innovative, come quella con radiofarmaci Lutetium-177 approvata anche in Italia per casi avanzati.

L'importanza della diagnosi precoce

 Come per tutte le altre forme di cancro, anche per il tumore alla prostata gioca un ruolo fondamentale la diagnosi precoce della malattia. L'obiettivo è aumentare le possibilità di successo del trattamento. Gli esami principali includono:

  • esplorazione rettale digitale (Erd): per valutare la presenza di anomalie nella prostata
  • dosaggio del Psa (Antigene Prostatico Specifico): un aumento dei livelli può indicare la presenza di un tumore
  • biopsia prostatica: prelievo di tessuto per confermare la diagnosi
  • imaging (ecografia, risonanza magnetica, Pet): per valutare l'estensione della malattia

Una recente scoperta del Karolinska Institutet svedese ha infine portato un risultato molto promettente. Un semplice esame delle urine, indolore, non invasivo ed eseguibile anche a casa, può diagnosticare precocemente il tumore alla prostata con elevatissima precisione, addirittura maggiore del test del sangue attualmente utilizzato. Ciò apre alla possibilità di individuare il cancro già nelle fasi iniziali, migliorando l'esito delle cure per quella che è una delle cause di morte più comuni per gli uomini.

La prevenzione

 Non esistono misure preventive certe per il cancro alla prostata, ma alcune strategie possono ridurre il rischio. Una delle prime è sicuramente un'alimentazione equilibrata, ricca di frutta, verdura e povera di grassi saturi, oltre a un'attività fisica regolare. Giocano un ruolo importante anche la limitazione del consumo di alcol e l'astensione dal fumo. La raccomandazione degli esperti è comunque quella di sottoporsi a controlli medici regolari, soprattutto per chi ha fattori di rischio. In conclusione, il cancro alla prostata è una malattia comune ma spesso gestibile, soprattutto se diagnosticata in tempo. Una maggiore consapevolezza dei sintomi e dei fattori di rischio, insieme a controlli regolari, può fare la differenza nella prevenzione e nel trattamento efficace della malattia.

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