L'associazione Pubblica denuncia: "Oltre 360mila domande, accolte solo 6.300. Serve una riforma per garantire il diritto al benessere mentale"
© Istockphoto
Sono state oltre 360mila le richieste arrivate per il Bonus psicologo, ma solo 6.300 cittadini hanno potuto beneficiarne a causa delle risorse limitate. A comunicarlo è l'associazione Pubblica, che sottolinea come la misura abbia dimostrato la sua efficacia ma continui a soffrire di un sottofinanziamento cronico. "Ogni euro investito ne restituisce undici di risparmio Inps in ore lavorative recuperate", evidenzia l'associazione in una nota, rilanciando la campagna "Diritto a stare bene" per chiedere un servizio pubblico nazionale di psicologia e un fondo permanente dedicato.
Il Bonus psicologo, introdotto per sostenere chi necessita di un aiuto professionale ma incontra difficoltà economiche, ha registrato anche quest'anno un numero elevatissimo di domande. Secondo i dati diffusi da Pubblica, sono state oltre 360mila le richieste inviate dai cittadini. Un dato che conferma la crescente attenzione verso la salute mentale e la necessità di un accesso più equo ai servizi psicologici.
Nonostante l'ampia adesione, il numero di beneficiari effettivi resta molto basso. Le risorse stanziate coprono infatti solo 6.300 richieste, un rapporto di circa una su cinquanta. "Lo avevamo previsto già questa estate e oggi ne abbiamo la conferma: moltissimi resteranno esclusi", spiega Francesco Maesano, coordinatore nazionale della campagna "Diritto a stare bene". L'associazione chiede di superare la logica dei bandi a sportello e di garantire il finanziamento per tutti coloro che, avendone i requisiti, presentano domanda.
Attraverso la campagna "Diritto a stare bene", Pubblica ha già raccolto oltre 60mila firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare. L'obiettivo è istituire un servizio pubblico nazionale di psicologia e creare un fondo permanente per il finanziamento pubblico-privato del Bonus psicologo. La proposta sarà depositata in Senato a metà dicembre, con l'intento di trasformare una misura temporanea in un diritto strutturale.
Nel comunicato diffuso, l'associazione ribadisce che "il benessere psicologico non può essere un lusso per pochi, ma un diritto garantito per tutti i cittadini". L'appello è rivolto alle istituzioni e al Parlamento affinché la salute mentale venga riconosciuta come parte integrante del sistema sanitario pubblico. Pubblica sottolinea anche la necessità di rafforzare la rete dei professionisti e di promuovere politiche di prevenzione, soprattutto tra i giovani.
La proposta elaborata da Pubblica prevede un modello di finanziamento misto, pubblico e privato, in regime di decontribuzione. Un meccanismo che, secondo i promotori, consentirebbe di coprire il 100% delle richieste di bonus, garantendo continuità e sostenibilità alla misura. "Il nostro obiettivo – conclude Maesano – è che nessuno resti indietro e che il diritto al benessere psicologico diventi una realtà accessibile a tutti".