Secondo una ricerca scozzese, la differenza di comunicazione è soltanto nel modo di relazionarsi e interagire con gli altri
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Le persone con autismo comunicano bene con gli altri tanto quanto quelle che non lo hanno: la differenza non sta, dunque, nell'efficacia della comunicazione o nella mancanza di abilità sociali, ma piuttosto nel modo diverso di relazionarsi e interagire con gli altri.
Lo afferma lo studio guidato dall'Università di Edimburgo e pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour, che sfida lo stereotipo comune che vede le persone con disturbo dello spettro autistico faticare a entrare in contatto con gli altri, e che spera di aiutare a ridurre lo stigma intorno a questa condizione.
I ricercatori hanno messo alla prova l'efficacia delle comunicazioni in un gruppo di oltre 300 persone con autismo e non: la prima persona ascoltava una storia da uno degli autori dello studio e la doveva poi trasmettere alla seconda, e così via fino all'ultima. Non sono emerse differenze nella quantità di informazioni trasmesse dai vari partecipanti, ma gli individui con questa condizione preferivano interagire con altri simili a loro, e lo stesso valeva per gli individui senza questa condizione. Questo, secondo i ricercatori, è dovuto soltanto ai diversi modi di comunicare, e non a una carenza da parte di chi è affetto da autismo.
"L'autismo è stato spesso associato a difficoltà sociali", dice Catherine Crompton, che ha coordinato lo studio. "I ricercatori hanno dedicato molto tempo a cercare di 'correggere' la comunicazione autistica, ma questo studio dimostra che, nonostante le persone con autismo e quelle che non lo hanno comunichino in modo diverso, la comunicazione è altrettanto efficace. Considerando che le opportunità per le persone con questa condizione sono spesso limitate da pregiudizi e incomprensioni, questa nuova ricerca potrebbe aiutare a costruire un ponte tra i due modi di comunicare e a creare spazi più inclusivi per tutti", prosegue Crompton.