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Aids, la pandemia ostacola la lotta all'Hiv: 6 casi su 10 diagnosticati tardi

Sono 45mila le vittime solo in Italia e 35 milioni nel mondo. Secondo gli ultimi report aumentano le donne colpite e gli "insospettabili" contagiati, dai professionisti agli studenti universitari 

Tanti traguardi raggiunti nelle cure, ma anche nuovi problemi nella gestione di un'epidemia che ha fatto in tutto 45mila vittime solo in Italia e 35 milioni nel mondo.

Proprio in occasione della Giornata Mondiale per la lotta contro l’Aids gli ultimi dati dimostrano come la pandemia stia rallentando la prevenzione.

Il monitoraggio dell'ospedale - Secondo i dati del Policlinico Gemelli di Roma, i problemi del presente sono per certi versi ancora più subdoli di 40 anni fa quando non c'erano cure e si declinano in 6 casi su 10 di malattia diagnosticati in ritardo. Si nota soprattutto un aumento delle donne italiane infettate dal virus e una crescita degli "insospettabili" contagiati, dai professionisti agli studenti universitari. La fascia d'età più interessata dalle nuove diagnosi è quella tra i 25 e i 29 anni. L'Aids è ancora una malattia potenzialmente mortale senza un adeguato trattamento. L'obiettivo fissato dall'Oms è terminare l'epidemia di Aids entro il 2030

 

 

"Con il Covid si fanno meno test" - Prendendo in mano anche gli ultimi dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanià, Claudio Mastroianni, professore ordinario di Malattie Infettive a Roma e presidente di Simit, Societa' Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, spiega che "con la pandemia c'è stato un minor ricorso ai test". Ma il dato che invece preoccupa "è che purtroppo ancora oggi quasi il 60% delle persone scopre l'infezione da Hiv in fase tardiva, quindi è molto importante aumentare i test, avendo a disposizione anche in questa malattia farmaci estremamente potenti, tollerabili e che possono garantire uno stato di benessere e di salute alle persone colpite da infezione da Hiv durante tutta la loro vita".

 

 

 Il Telefono Verde AIDS e Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST) - L'allarme quindi rimane alto e lo testimoniano anche le 6.219 telefonate ricevute nel 2021 dal Telefono verde 800 861061 dell'Istituto superiore di sanità, raggiungibile da qualsiasi parte d'Italia. Gli utenti sono soprattutto uomini (83,6%), residenti al Nord e al Centro, con un'età media di 35 anni. Le domande rivolte agli esperti riguardano soprattutto dubbi su rapporti eterosessuali con partner occasionali, le modalità di trasmissione dell'Hiv e delle malattie sessualmente trasmissibili (32,4%), le procedure di testing per queste infezioni (28,0%).  In circa il 10% delle telefonate emerge, ancora oggi, un'evidente disinformazione relativamente alle modalita' di rischio dell'HIV. 

 

 

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