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No vax, Zaia: "Leghisti in piazza? Mi rifiuto di pensare che sia la nostra linea"

Il presidente della Regione Veneto: "Noi per decenni siamo stati accompagnati da piani di sanità pubblica. La mia generazione la distingui perché sulla spalla ha la cicatrice della vaccinazione"

Contro il Green pass, manifestazioni in diverse piazze italiane: da Milano a Roma

Fiaccolate e manifestazioni in tutta Italia per protestare contro la decisione del governo che dal 6 agosto ha reso obbligatorio il Green pass per una serie di attività.

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Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, stigmatizza le manifestazioni no vax. "Non mi risulta che la Lega abbia deciso di rinnegare l'attività dei propri amministratori, presidenti e sindaci", afferma. "Una cosa è discutere legittimamente sull'obbligatorietà del vaccino, come fa Salvini. Altra è farsi portatori di una linea in cui io assolutamente non mi identifico. E mi rifiuto di pensare che sia quella del partito", aggiunge Zaia.

Un principio per me è dogmatico è "la mia libertà finisce dove comincia la tua", dice al Corriere della Sera. Il governatore Luca Zaia cita Martin Luther King per intervenire sul tema dei vaccini e sulle proteste di piazza contro il green pass. E aggiunge: "Il confronto e la libertà sono il sale della democrazia. La stella polare della mia vita è la frase che attribuiscono a Voltaire: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”.

 

 

"Il tema della vaccinazione - prosegue Zaia - fa emergere questioni rilevantissime. Se invochiamo la libertà per qualsiasi cosa, perdiamo il minimo senso del bene comune. Oggi riguarda i vaccini, domani qualunque scelta di sanità pubblica. Eppure, noi per decenni siamo stati accompagnati da piani di sanità pubblica. La mia generazione la distingui perché sulla spalla ha la cicatrice della vaccinazione".

 

"In un'epidemia, la profilassi io la faccio per me e anche per chi mi è vicino. Di fronte a un’epidemia bisognerebbe fare squadra. Altrimenti la pandemia si trasforma in guerra civile o, peggio, in guerra tra poveri. Noi abbiamo il dovere di evitarlo e di discutere", conclude Zaia.

 

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