Nel discorso al Bundestag per la Giornata nazionale del Lutto, il presidente della Repubblica ha richiamato l’Europa alla memoria dell’Olocausto e condannato ogni forma di guerra, razzismo e disuguaglianza
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parlando al Bundestag tedesco in occasione della Giornata nazionale del Lutto, ha rivolto un appello forte e solenne contro la guerra e il riemergere di razzismo e violenza. Di fronte ai rappresentanti delle istituzioni tedesche, Mattarella ha ricordato come la tragedia del Novecento, segnata dall'Olocausto e dai genocidi, abbia trasformato i conflitti in drammi collettivi che travolgono i civili. "Da allora, il volto della guerra non si riflette soltanto in quello del combattente, ma diviene quello del bambino, della madre, dell'anziano senza difesa. E' quanto accade oggi, a Kiev, a Gaza", ha affermato il Capo dello Stato, evocando la necessità di non dimenticare la lezione della storia e di riaffermare il valore universale del "Nie wieder", il "mai più" che rappresenta la condanna assoluta dell'orrore e la speranza di una pace fondata sul diritto.
Nel suo intervento, Mattarella ha ricordato che "da sempre la guerra ambisce a proiettare la sua ombra cupa sull'umanità" e che il Novecento ha trasformato la tragedia dei soldati in tragedia dei popoli. L'intervento al Bundestag, accolto con attenzione e rispetto, ha voluto riaffermare il legame profondo tra Italia e Germania nella memoria comune della Shoah e nella costruzione dell'Europa unita. Il presidente sottolinea che il ricordo delle vittime deve tradursi in un impegno concreto per la pace, contro ogni forma di dominio e prevaricazione.
Richiamando l'espressione "Nie wieder" – "mai più" – adottata dalla comunità internazionale dopo l'Olocausto, Mattarella denuncia il rischio che quel monito si stia affievolendo. "A 'Nie wieder' si contrappone 'wieder': di nuovo. A questo assistiamo. Di nuovo guerra. Di nuovo razzismo. Di nuovo grandi disuguaglianze. Di nuovo violenza. Di nuovo aggressione", afferma il presidente, indicando la necessità di una rinnovata coscienza europea che difenda i valori di libertà, giustizia e umanità.
Il Capo dello Stato traccia un filo diretto tra le atrocità del secolo scorso e i drammi contemporanei. Ricorda che milioni di civili europei furono travolti dai bombardamenti e dalle deportazioni, e che il volto della guerra è oggi quello delle vittime innocenti dei conflitti che devastano città e campagne. "La guerra continua a colpire soprattutto chi combattente non è", avverte Mattarella, richiamando la responsabilità delle istituzioni internazionali a tutelare il diritto alla vita e alla sicurezza dei popoli.
"Va ribadito con risolutezza: la sovranità di un popolo non si esprime nel diritto di portare guerra al vicino. La volontà di avere successo di una nazione non si traduce nel produrre ingiustizia. La guerra di aggressione è un crimine", aggiunge quindi il presidente della Repubblica, richiamando i principi fondamentali del diritto internazionale e la necessità di difendere la pace come valore irrinunciabile.
"Nel dopoguerra, la nascita delle Nazioni Unite, le Convenzioni di Ginevra, accendono la speranza di una pace fondata sul diritto, riaffermando un principio fondamentale: la popolazione civile deve essere protetta in ogni circostanza. La cronaca successiva, dal Biafra ai Balcani, dal Ruanda alla Siria, fino al Sudan, all'Ucraina e alla Striscia di Gaza, ci mostra che la guerra continua a colpire soprattutto chi combattente non è. Oggi, secondo le Nazioni Unite, oltre il 90% delle vittime dei conflitti è tra i civili. Questo non può rimanere ignorato e impunito", dichiara Mattarella, richiamando la comunità internazionale al rispetto del diritto umanitario e al dovere di tutelare la vita di chi non combatte.
Mattarella riporta al centro del dibattito politico e morale la sofferenza dei civili, in particolare dei bambini. Ricorda come, nei conflitti di oggi, siano loro a pagare il prezzo più alto della violenza. "Il volto della guerra è quello del bambino, della madre, dell'anziano senza difesa", ribadisce, riferendosi ai drammi umanitari che si consumano in Ucraina e nella Striscia di Gaza.
Nel suo messaggio finale, Mattarella invita i Paesi europei a rinnovare l'impegno per la pace, la solidarietà e la difesa dei diritti umani. Sottolinea che la democrazia e la dignità della persona restano i pilastri su cui si fonda la civiltà europea. Il presidente ribadisce che solo attraverso la memoria condivisa e la cooperazione tra i popoli si può evitare che la storia "si ripeta di nuovo".