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Lega al bivio: o con Draghi (e FI) o con FdI | Salvini: "Vorrei che nel governo ci fossero tutti"

Il segretario leghista fa i conti con il rapporto con gli alleati: Berlusconi sta con Draghi, ma FdI non voterà la fiducia

"Rispondiamo all'appello di Mattarella, con Draghi però o è sì, o è no". Alla vigilia del proprio turno alle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi, Matteo Salvini cerca di compattare la Lega. Il vento di chi vuole entrare nella futura maggioranza che appoggerà il nuovo governo ha ricevuto un forte impulso dal vice segretario Giancarlo Giorgetti, che vuole "sposare" l'esecutivo Draghi al motto "Ronaldo non si tiene in panchina". Per Salvini, però, la decisione non è semplice: i conti, infatti, vanno fatti anche in prospettiva futura. Tra poco più di due anni ci saranno comunque le elezioni, e il Centrodestra ha perso quell'unità che vi era fino all'incarico assegnato all'ex presidente Bce.

Dalle consultazioni con Giorgia Meloni, infatti, Draghi ha saputo che non avrà l'appoggio di Fratelli d'Italia perché "l'Italia non è una democrazia di serie b". Una decisione, quella presa da Fratelli d'Italia, che, a livello di consensi, potrebbe rafforzare Meloni, già in costante crescita nei sondaggi negli ultime 15 mesi, ovvero da quando la Lega è finita all'opposizione dopo l'esperienza di governo al fianco del M5S. Una decisione, soprattutto, differente da quella di Forza Italia, che all'uscita dalle consultazioni, con Antonio Tajani, ha dichiarato: "Abbiamo confermato il pieno appoggio, già anticipato dal presidente Berlusconi, a un governo con tutte le forze migliori della politica".

 

Una volta accertato quello che farà la Lega, per Draghi sarà più semplice capire che confini dare alla maggioranza e al futuro governo. A Draghi, infatti, hanno messo dei paletti sia il Partito Democratico sia Liberi e Uguali. Il segretario dem Nicola Zingaretti ha prima espresso timori per il perimetro dentro al quale ci si muoverà, poi - all'uscita delle consultazioni - ha dichiarato: "Abbiamo espresso al professor Mario Draghi le nostre preoccupazioni". Quali sono? Poche ore prima, il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, aveva chiaramente detto che il problema era rappresentato dalla prospettiva di governare al fianco della Lega, che si è sempre "distinta per una battaglia all'ultimo sangue contro le istituzioni europee". LeU, invece, è stata netta: "Non facciamo maggioranze con i no-vax e con chi vuole la flat tax". 

 

Salvini dovrà prendere una decisione in tempi assai stretti, probabilmente ancor prima di aver ascoltato fino in fondo il programma che gli verrà proposto da Draghi. "Non sono per le mezze misure: se sei dentro, sei dentro e dai una mano, ti prendi onori e oneri. Se stai fuori, stai fuori. I governi tecnici alla Monti li abbiamo già provati. A me piacerebbe che nel Governo ci fossero tutti, che in un momento come questo, in cui Mattarella ha chiesto di fare un passo avanti, si metta l'interesse del Paese davanti a quello dei partiti. Noi lo facciamo, per la Lega sarebbe stato più comodo dire no a priori". Il no, quindi, al momento non c'è. Ma non c'è nemmeno il sì.

 

"A me dispiace che altri mettano veti, mi sembra che non sia lo spirito chiesto dal presidente della Repubblica - ha concluso Salvini -. Ricordo che nel dopoguerra nei governi c'erano tutti. Dopo la fase di ricostruzione ognuno ha ripreso la sua via e sono tornati a confliggere, però penso che questo sia un momento tale per cui c'è bisogno delle energie di tutti. Chi sono io per dire 'tu no'? Mi spiace che altri dicano 'con la Lega e Salvini no'. Certo noi vogliamo un Paese con meno tasse". Lo dirà a Draghi, che probabilmente lo rassicurerà. Basterà?

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