Il presidente del Consiglio interviene al Congresso nazionale della Cisl. E sulle morti bianche aggiunge: "La sicurezza sul lavoro non è un costo ma un diritto"
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"Sono qui anche per testimoniare la centralità che il governo attribuisce al dialogo con le parti sociali, i corpi intermedi, i lavoratori, mantenendo come bussola sempre l'interesse generale". Lo ha detto il premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Congresso nazionale della Cisl, a Roma. Secondo il premier, la legge per la partecipazione dei lavoratori all'impresa "ambisce a essere il primo mattone di una dinamica culturale prima di tutto completamente capace di consegnare alla storia quella distruttiva visione conflittuale tra lavoratori e datori di lavoro, tra padrone e operaio, per dirla con slogan che sono vecchi e che hanno finora impedito al nostro tessuto economico produttivo industriale di liberare il potenziale".
"Il confronto è una delle cifre di questo governo. Io penso che lo abbiamo dimostrato in molte occasioni fin dal nostro insediamento. Qualcuno ci accusa di essere diciamo così sordi alle richieste del sindacato di non saper ascoltare i lavoratori e di ignorare addirittura di calpestare i bisogni del Paese reale". Così Meloni intervenendo al XX Congresso Confederale della Cisl. "Però la realtà dice qualcosa di molto diverso - aggiunge -. La realtà dice che è stato questo governo a riaprire le porte di quella Sala Verde di Palazzo Chigi cioè il luogo nel quale storicamente si svolgono gli incontri con le parti sociali che qualcuno prima di noi aveva scelto di tenere chiuse. Non si è trattato di incontri vuoti. Abbiamo creduto nel dialogo. Abbiamo dialogato senza pregiudizi con chi non aveva pregiudizi".
"Oggi sono mille giorni da quando il governo in carica, a me sembrano un po' di più, ma sono mille. Un tempo sufficiente per indicare direzione intrapresa e lavoro fatto. Ma io so che sono rigida, e so che bisogna fare di più e meglio", ha detto ancora Meloni che poi ha aggiunto: "Di questi mille giorni al governo, il dato che mi rende più orgogliosa è che in media in ognuno di questi mille giorni sono stati creati più di mille posti di lavoro nuovi e a tempo indeterminato, per un totale di oltre un milione".
"La concretezza e il buon senso la franchezza con la quale ci siamo confrontati" con le parti sociali, "ci ha permesso di fare sintesi, ci ha permesso di costruire insieme alcune risposte che l'Italia aspettava da molto tempo - spiega -. E una di queste è richiamata nel titolo di questo congresso, il coraggio della partecipazione. È stato quel coraggio che ci ha permesso di consegnare finalmente all'Italia settantasette anni dopo l'entrata in vigore della Costituzione una legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'impresa". "Una conquista storica per tutti perché la legge di iniziativa popolare della Cisl che la Cisl ha proposto e che il governo ha sostenuto con convinzione nel suo percorso parlamentare, rappresenta la declinazione concreta di una visione autenticamente sussidiaria del lavoro e della produzione", aggiunge.
"L'obiettivo è costruire una strategia di interventi straordinari per la salute e la sicurezza sul lavoro, perché non è un costo, ma un investimento e un diritto di ogni lavoratore che dobbiamo saper proteggere", ha detto ancora il premier. "Il patto di responsabilità che avete proposto non può prescindere dalla sicurezza sul lavoro - aggiunge -. Serve fare di più, ogni vita spezzata e ogni infortunio sul lavoro è una sconfitta per ciascuno di noi".
"In questi giorni il governo è al lavoro per scongiurare una guerra commerciale con gli Stati Uniti, che non avrebbe senso e impatterebbe soprattutto sui lavoratori", ha detto Meloni parlando dei dazi. "Tutti i nostri sforzi - ha aggiunto - sono rivolti a questo, chiaramente in collaborazione con gli altri leader, con la Commissione europea, che ha la competenza su questo dossier".
"Non è più rinviabile il tema della produttività del lavoro. È arrivato il momento di imprimere un cambio di passo", ha proseguito il premier. "Da troppi anni in Italia la produttività è stagnante e questo rappresenta un ostacolo per la competitività delle nostre imprese sui mercati e per la crescita economica dell'Italia, ma anche per l'aumento dei salari perché la produttività è il vero motore di ogni sistema economico in grado di innescare una crescita sostenuta e duratura", ha spiegato il premier. "Non possiamo rassegnarci a essere condannati alla bassa produttività, dobbiamo investire ed è il momento di farlo sfruttando al meglio le risorse del Piano Nazionale di ripresa e resilienza, cogliendo le opportunità che arrivano dalle grandi trasformazioni, sostenendo gli investimenti ad alto contenuto tecnologico", ha detto ancora.
"Il popolo italiano ha un enorme potenziale che è nostra responsabilità far esprimere. Per troppo tempo abbiamo dimenticato di credere in noi stessi e nel potenziale che abbiamo, abbiamo dimenticato di sognare, accontentandoci dell'odore un po' stantio dello status quo invece che godere del profumo del cambiamento. Abbiamo quindi un dovere morale: gettare il cuore oltre l'ostacolo e tornare a credere in noi stessi, tornare a sognare e a realizzare quei sogni. L'Italia ha le carte in regola per non inseguire nessuno, ma anzi per correre e farsi inseguire dagli altri. Come diceva Eleanor Roosevelt, 'la realtà è fatta dai sogni di chi ha il coraggio di crederci'". Così il presidente del Consiglio ha concluso il suo intervento al congresso confederale della Cisl a Roma.