La candidata di Avs denuncia la diffusione illecita dei suoi dati alla vigilia del voto. Il seggio va a Ceparano e Andreozzi
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Souzan Fatayer, attivista impegnata nella tutela dei diritti dei palestinesi e docente dell’Università di Napoli “L’Orientale”, resta fuori dal Consiglio regionale della Campania con 5.094 voti, risultando seconda dei non eletti nella lista di Alleanza Verdi e Sinistra nella circoscrizione di Napoli. Alla vigilia del voto, la candidata aveva denunciato un episodio definito “gravissimo” da Avs: la diffusione su TikTok del suo indirizzo di casa e dei suoi recapiti telefonici, avvenuta poche ore prima dell’apertura delle urne. L’episodio aveva sollevato preoccupazione nella lista, che aveva parlato di clima ostile e intimidatorio. Per il partito vengono eletti Carlo Ceparano, sostenuto dal deputato Francesco Emilio Borrelli, e Rosario Andreozzi.
La sera precedente al voto, Fatayer ha reso pubblico di essere stata vittima della divulgazione non autorizzata dei suoi dati personali su TikTok. L’attivista ha descritto l’episodio come un atto intimidatorio, esprimendo preoccupazione per la propria sicurezza e per quella dei familiari. Anche la lista Avs ha denunciato il fatto, definendolo “un grave atto di intimidazione e di incitamento alla violenza”, sottolineando come la vicenda si inserisca in un clima di crescenti attacchi verbali e pressioni social. Le verifiche interne del partito sono state affiancate da una richiesta di tutela alle autorità competenti.
Nella lista di Alleanza Verdi e Sinistra, Fatayer ottiene 5.094 preferenze, posizionandosi come seconda dei non eletti nella circoscrizione di Napoli. Il primo seggio disponibile va a Carlo Ceparano, che raccoglie 9.693 voti ed è sostenuto in particolare dal parlamentare Francesco Emilio Borrelli, mentre il secondo è assegnato a Rosario Andreozzi, con 7.409 voti. Il risultato definisce un quadro interno alla lista in cui i due candidati eletti superano con margini significativi la preferenza raccolta da Fatayer, che pure è stata una delle figure più visibili della campagna elettorale.
Attivista per i diritti umani e impegnata da anni nelle campagne di sensibilizzazione sulla questione palestinese, Fatayer è figura conosciuta nei movimenti sociali e nei circuiti accademici napoletani. Il suo impegno si è articolato tra attività didattica all’Università “L’Orientale”, partecipazione a iniziative culturali e dialogo intercomunitario. Durante la campagna elettorale, la candidata è stata al centro di un caso mediatico, dopo che il giornalista Paolo Mieli l’ha definita “la palestinese napulitana in leggerissimo sovrappeso” durante una trasmissione radiofonica. Il commento ha generato polemiche e lo stesso Mieli ha successivamente presentato le scuse. La definizione, giudicata inopportuna da più parti, ha riacceso il dibattito sul linguaggio nella rappresentazione pubblica e politica delle candidate. Fatayer ha continuato la sua campagna con lo slogan “’na palestinese napulitana”, rivendicando la doppia appartenenza culturale come elemento identitario.
La lista Alleanza Verdi e Sinistra ha espresso solidarietà a Fatayer, denunciando apertamente l’intimidazione subita alla vigilia del voto e sottolineando l’importanza della tutela dei candidati in un contesto politico segnato da forte pressione mediatica. In una nota, i rappresentanti della lista hanno parlato di un clima “preoccupante”, affermando che la violazione della privacy di una candidata costituisce un attacco alla partecipazione democratica. Le richieste di Avs si sono concentrate sulla necessità di rafforzare i controlli contro la diffusione non autorizzata dei dati personali e di vigilare sulle campagne coordinate di ostilità online che possono alterare la serenità del confronto politico.
L’episodio che ha coinvolto Fatayer si inserisce in una campagna elettorale in cui i social network hanno avuto un ruolo rilevante, spesso amplificando polemiche e toni accesi. La vicenda della diffusione dei dati, sommata alle precedenti controversie mediatiche, ha alimentato riflessioni più ampie sulla sicurezza digitale dei candidati e sull’impatto delle piattaforme online sulla qualità del dibattito pubblico. La stessa candidata ha più volte evidenziato la necessità di tutelare la libertà di espressione e di preservare uno spazio pubblico rispettoso, in cui la discussione politica possa svilupparsi senza ricorrere ad attacchi personali o espressioni offensive.