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Piantedosi "corregge" le frasi sui migranti: "Fermatevi, veniamo a prendervi" | Gentiloni: non si può sempre dire "ci pensi l'Ue"

Il ministro chiarisce le frasi che avevano scatenato polemiche: "Questa tragedia non c'entra con nuove regole. Chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli"

Il ministro Piantedosi torna a parlare del naufragio di Cutro, dopo che le sue parole, a poche ore dalla tragedia, avevano destato polemica.

"La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vite dei propri figli", aveva infatti detto il titolare del Viminale. "Fermatevi, verremo noi a prendervi. Questo è il senso dei corridoi umanitari", ha detto, ribadendo anche al TG5 che "dobbiamo fare in modo che le terre siano sempre più sicure del mare". Il commissario Ue Paolo Gentiloni: "Non ce la caviamo chiedendo sempre all'Ue di risolvere i problemi".

 

Fiori e bigliettini, lettere e peluche per i morti in mare nella strage di Cutro

Ci sono peluche e giocattoli per i bambini, lettere e fiori per le mamme e per i loro figli, biglietti pieni di tristezza e di nostalgia. Davanti al Palamilone di Cutro, in Calabria, dove sono state sistemate le bare dei naufraghi gli abitanti, i volontari, gli uomini dei soccorsi hanno voluto esprimere con oggetti e parole le loro emozioni davanti all'ultima tragedia del mare

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In giornata, Piantedosi aveva già detto: "Io penso che il messaggio debba essere chiaro: chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli Stati ad offrire la via di uscita al loro dramma". Piantedosi ha poi ricordato di essere andato "subito sul luogo della tragedia per testimoniare il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai superstiti a nome mio e di tutto il governo". 

 

"Nessun legame tra nuove regole e naufragio"

 Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro ha quindi sottolineato come non ci sia "alcun legame tra le nuove regole e il possibile aumento di morti in mare. Nella rotta presidiata dalle Ong non si è verificato alcun evento che non sia stato adeguatamente fronteggiato da Capitaneria e guardia di finanza". 

 

Piantedosi ha quindi parlato dell'operato del governo, spiegando "che per occuparci concretamente della disperazione delle persone, e non a chiacchiere, così anche da evitare simili naufragi, ci siamo mossi sin dal nostro insediamento intensificando i corridoi umanitari con numeri (617 persone) che mai si erano registrati in un così breve lasso di tempo. In soli due mesi abbiamo anche approvato il decreto flussi che consentirà l'ingresso regolare di 83mila persone".

 

 

"Nessun ritardo"

 "Non c'è stato alcun ritardo - ha quindi detto il ministro -. Ho presieduto la riunione a Crotone e so che sono stati fatti tutti gli sforzi possibili in condizioni del mare assolutamente proibitive. Per questo voglio ringraziare il personale che, mettendo a rischio la propria vita, interviene quotidianamente per salvare i migranti in difficoltà su barchini alla deriva e che navigano in condizioni di grave pericolo. È estremamente offensivo anche solo adombrare che abbiano derogato agli obblighi e alla innata vocazione".

 

"Tragedia che interpella le nostre coscienze"

 In audizione alla Commissione Affari costituzionali, il ministro ha quindi chiarito che il naufragio di Cutro è "una tragedia che ci addolora profondamente e interpella le nostre coscienze ad agire per fermare traversate così pericolose e trovare risposte concrete alla questione migratoria". Secondo Piantedosi è "evidente che questo si può fare solo con un'azione decisa dell'Ue e una forte sinergia con i Paesi di transito. Dobbiamo evitare che chi scappa dalle guerre si affidi a trafficanti di essere umani senza scrupoli, servono politiche responsabili e solidali dell'Ue".

 

"Il decreto non impedisce i soccorsi"

 Il ministro dell'Interno ha quindi ribadito che il decreto Ong "non ha in alcun modo l'obiettivo di impedire i soccorsi, ma che si svolgano in maniera ordinata e coerente con le norme internazionali e ai quali si conformano gli Stati e solo indirettamente i soggetti privati", ma è "inaccettabile che porti geograficamente più vicini subiscano le conseguenze della pressione migratoria". E anche per questo è "mia intenzione definire, d'intesa con i miei colleghi interessati, degli interventi di natura normativa che affrontino i temi di particolare criticità, come i rimpatri, il sistema di accoglienza, la protezione internazionale e i procedimenti per l'ingresso regolare degli stranieri".

 

Gentiloni: "Non si può chiedere sempre all'Ue di risolvere"

 "Quello che è accaduto sulla costa di Crotone ha una dimensione che per noi è inaccettabile", ha commentato il commissario Ue agli Affati economici, Paolo Gentiloni. "Non ce la caviamo solo dicendo 'la deve risolvere l'Europa', non tutto si può chiedere all'Ue, che ha un bilancio pari a un settimo od ottavo di quello italiano. Ma per me è motivo di grande ottimismo che venga chiesto, anche se in maniera polemica. L'Ue deve lavorare sulla migrazione e la Commissione ha fatto una proposta, che mi auguro vada in porto".

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