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Coronavirus, Cts: "La priorità è la riapertura delle scuole, non gli stadi"

In una intervista al "Messaggero" Agostino Miozzo spiega che se lʼandamento dellʼepidemia si manterrà come in questi giorni gli istituti riapriranno il 14, se dovesse esserci un incremento accentuato "andranno fatte delle valutazioni"


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Secondo il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo, in questo momento " la priorità è la scuola, ricominciare le lezioni. Il pubblico per gli eventi sportivi, mi spiace, non è una priorità, per ora". In una intervista al "Messaggero" Miozzo spiega che le scuole riapriranno il 14 settembre se l'andamento dell'epidemia si manterrà come in questi giorni. "Dovesse esserci un incremento più accentuato dovremmo fare delle valutazioni".

Il punto della situazione sarà fatto attorno al 10 o all'11 settembre. Miozzo spiega che "magari potrà essere necessario essere prudenti nelle aree in cui dovesse esserci un'impennata di casi. Ma oggi la riapertura delle scuole è sostenibile". Il che non significa che non si potrebbero verificare casi di contagio, ma questi andranno affrontati con la necessaria calma. "Potrà capitare che una scuola, anche in Italia, dovrà sospendere le lezioni perché ci sono dei casi positivi - ammette Miozzo -. Ma bisognerà vivere questi eventi con sangue freddo, senza drammatizzare, come fanno negli altri Paesi".

 

Parlando dei molti ragazzi contagiati nelle ultime settimane, Miozzo non lesina bacchettate anche al governo. "Ciò che è successo in alcune situazioni e' scandaloso - afferma -. Stiamo pagando la superficialità di questi mesi. Come Cts avevamo detto chiaramente che le discoteche non andavano aperte e che, comunque, andava rispettata la distanza dei due metri". Il coordinatore del Cts mette anche le mani avanti sulla gestione dell'affollamento sui mezzi pubblici. "Noi abbiamo indicato il 75% come percentuale massima di riempimento dei mezzi - spiega -. Se il governo vuole salire a 80 può farlo, è una scelta. Ma ogni volta che si alza l'asticella, ci si prende un rischio. Lo abbiamo visto con le discoteche".

 

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