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Conte: "Il nostro obiettivo è riaprire le scuole il 7/1, almeno il 50% in presenza"

Il premier rassicura sulla tenuta del governo: "Non dico che aria di crisi non cʼè stata, dico semplicemente che la crisi non è nelle mie mani. Nessuno ad ora chiede il rimpasto"

Ansa

Giuseppe Conte è ottimista sulla ripresa della scuola a gennaio: "Didattica in presenza nelle scuole secondarie superiori, in presenza, è il nostro obiettivo, anche se non al 100%". "La ripresa della scuola è stata una sfida che non abbiamo assolutamente trascurato", aggiunge. "Io ho raccomandato perché ci sia un'apertura differenziata città per città". "Dobbiamo ripristinare la didattica in presenza almeno al 50%", spiega il premier.

"Se risalgono i contagi, a gennaio pronta la zona rossa" Ospite di Porta a porta, il premier ha spiegato che con il rafforzamento della "cintura di protezione" anti-Covid "per il periodo natalizio" dovremmo "poter affrontare gennaio dosando cum grano salis le misure solo dove necessario tra zona gialla, arancione e rossa. Se dovesse arrivare un'impennata, una terza ondata o una variante che faccia sbalzare l'RT, allora ci troveremmo facilmente in zona rossa o con misure più restrittive. Ma in una situazione come quella attuale forse dovremmo affrontare gennaio-febbraio con una certa tranquillità".

 

"Cresce la curva dei contagi in Veneto: capire come e perché" "Ora spunta una variante inglese che corre molto più veloce, di uno 0.70 in più, e spiegherebbe molte cose. Ma non voglio avanzare ipotesi. In Veneto stranamente i dati stanno crescendo, dobbiamo capire come e perché". 

 

 

"Nessuno ad ora chiede il rimpasto" Sulla tenuta del governo, Conte ha detto che "se le forze politiche chiedono sostituzioni, di rinnovare la squadra, se ne parla e si valuta come, se e perché. Ho fatto un incontro con le forze politiche e tutti si sono sfilati, mi hanno detto che non c'è questa necessità. Se mi verrà detto che c'è, la valuteremo insieme". Dobbiamo portare "rispetto a chi dall'inizio della pandemia ha affrontato crisi mai vista prima", ha aggiunto.

 

"La crisi non è nelle mie mani" "Non dico che aria di crisi non c'è stata - ha poi ammesso -: dico semplicemente che la crisi non è nelle mie mani. In questi giorni ho parlato poco ma ho sempre chiarito che si va avanti se c'è la fiducia di ciascuna forza che sin qui ha sostenuto la maggioranza. Ho dimostrato in mille occasioni che sono qui a lavorare per l'interesse del Paese". 

 

 

Recovery, "bozza entro l'anno, non possiamo indugiare oltre"Il presidente del Consiglio è intervenuto anche sul Recovery plan. "L'obiettivo è di chiudere entro l'anno il documento di aggiornamento sullo stato dell'arte". "E' importante farlo perché poi si potrebbero accumularsi dei ritardi che oggi non ci sono. Poi dobbiamo confrontarci con la società civile e le parti sociali, nuove generazioni, mondo femminile". La priorità, ha spiegato, è non perdere tempo. "Non possiamo permetterci di ritardare. Per questo ho invitato le delegazioni ad affrettare l'esame della documentazione e ritrovarci tra Santo Stefano e capodanno per andare avanti ed avviare poi il confronto con le parti sociali. Non dobbiamo indugiare oltre".

 

"Mai esistita una task force prevaricatrice" Parlando della struttura per il Recovery plan, Conte ha spiegato che "la task force, come struttura centralizzata che avrebbe sopravanzato e prevaricato i ministeri, è stata superata perché non è mai esistita. Una struttura di monitoraggio ce la chiede l'Europa, è prevista a pagina 36 delle linee guida dell'Ue per aggiornare l'Europa. Avremo migliaia di cantieri: pensare che non ci sia una struttura di monitoraggio è impensabile". 

 

 

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