Tensione istituzionale

Caso Quirinale, La Russa: Garofani forse in imbarazzo ma non chiedo dimissioni

Il presidente del Senato ribadisce la chiusura della vicenda e rinnova il sostegno al Capo dello Stato, pur rilevando l'inopportunità delle parole attribuite al consigliere

24 Nov 2025 - 13:23
 © Tgcom24

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Ignazio La Russa interviene nuovamente sul caso che coinvolge Francesco Saverio Garofani, consigliere del Presidente della Repubblica e segretario del Consiglio Supremo di Difesa, dopo le polemiche suscitate dalle frasi a lui attribuite in una conversazione informale. Il presidente del Senato sottolinea che la vicenda deve considerarsi chiusa, conferma la piena solidarietà al Capo dello Stato e chiarisce che non spetta a lui chiedere le dimissioni del consigliere. Allo stesso tempo, osserva come le dichiarazioni emerse abbiano generato un evidente imbarazzo istituzionale, soprattutto rispetto al ruolo ricoperto da Garofani in un ambito particolarmente delicato come quello della difesa nazionale. Le sue parole mirano a riportare il confronto entro un perimetro istituzionale misurato, evitando tensioni aggiuntive e salvaguardando la distinzione tra le responsabilità del Quirinale e quelle delle altre istituzioni.

Le parole di La Russa e la conferma della chiusura del caso

 La Russa precisa sin dall'inizio che il caso non deve essere riaperto. Ricorda di aver espresso "piena solidarietà al Presidente Mattarella" e conferma che la questione, come indicato anche dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è da considerarsi chiusa. A seguito delle domande rivoltegli sul ruolo di Garofani, il presidente del Senato osserva che alcune sue considerazioni sono state forse "troppo sincere", ma chiarisce che non intende attribuire alla vicenda un peso politico ulteriore. La scelta di ribadire la natura conclusa del caso punta a evitare speculazioni e a mantenere l'equilibrio istituzionale in un momento delicato.

Il ruolo di Garofani e le ragioni dell'imbarazzo istituzionale

 Nel suo intervento, La Russa sottolinea che Garofani riveste l'incarico di segretario del Consiglio Supremo di Difesa, un organismo che richiede massima riservatezza e piena neutralità di giudizio. Da qui il riferimento all'"imbarazzo" che il consigliere potrebbe aver creato con le frasi attribuitegli, definite dal diretto interessato come "chiacchiere di amici". La Russa evidenzia che la delicatezza del ruolo impone comportamenti sempre coerenti con la figura istituzionale ricoperta. Pur riconoscendo che ognuno può avere opinioni personali, precisa che esprimerle in un contesto informale può risultare inopportuno quando si rappresentano uffici di alto livello. La vicenda ha preso forma a seguito della pubblicazione di dichiarazioni attribuite a Garofani in una conversazione informale, rilanciate da articoli e ricostruzioni giornalistiche. Secondo il consigliere, si trattava di una discussione "in libertà", senza alcuna intenzione politica. Il Quirinale ha reagito con fermezza alle interpretazioni successive, definendo alcuni rilanci mediatici "un attacco costruito sconfinando nel ridicolo". Le fonti istituzionali hanno precisato che tali frasi non rispecchiano in alcun modo il pensiero del Presidente della Repubblica, ponendo fine alle ricostruzioni che tendevano ad amplificare l'episodio. La Russa, in linea con questa posizione, ribadisce che una critica al consigliere è legittima, ma non può essere attribuita alcuna responsabilità al Capo dello Stato.

Durante il suo intervento, La Russa ricorda che la figura del Presidente della Repubblica deve essere preservata da qualsiasi speculazione politica. Per questo rinnova la sua solidarietà a Sergio Mattarella, evidenziando come il Capo dello Stato "non abbia alcuna responsabilità nella vicenda". Sottolinea anche che le parole attribuite a Garofani non rispecchiano la linea della Presidenza, ma solo considerazioni personali, che risultano inadeguate al ruolo. Nel rimarcare la distinzione tra responsabilità individuali e responsabilità istituzionali, La Russa invita a evitare letture che possano alimentare tensioni non necessarie.