"Questa giurisdizionalizzazione - ha spiegato il Guardasigilli - ha portato a una sorta di silenzio obbligato da parte nostra"
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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha definito la vicenda Almasri "una questione esclusivamente politica che si sarebbe dovuta trattare in Parlamento in termini politici". Parlando dell'arresto e scarcerazione del comandante libico Njeem Osama Almasri, capo della Polizia giudiziaria e accusato di gravi crimini contro l’umanità dalla Corte Penale Internazionale, Nordio ha detto: "In Aula avremmo detto tutto il possibile e tutto quello che poteva servire per far emergere la verità. Invece hanno voluto, non dico chi come e quando, giurisdizionalizzare la questione, cioè metterla nelle mani della magistratura".
"In quel momento - ha spiegato ancora il ministro - è scattato uno sbarramento perché c'è un segreto istruttorio e quindi non ti puoi neanche difendere e soprattutto la magistratura ha dei tempi e dei modi che non sono quelli della politica. Per cui questa giurisdizionalizzazione ha portato a una sorta di silenzio obbligato da parte nostra e anche a una sorta di rispetto verso la stessa magistratura per cui non si possono fare delle critiche che invece si sarebbero potute fare benissimo in Parlamento nei confronti di chi ti accusa delle peggiori nefandezze. La devoluzione alla magistratura di questa competenza è disciplinata dalla legge e dalla Costituzione".
"Il primo step stava alla procura della Repubblica, il secondo al tribunale dei ministri, il terzo è il Parlamento. E questo non lo dice una legge ordinaria, ma la costituzione che è una fonte primaria". Per Nordio, inoltre, "la cosiddetta garanzia o immunità che viene data al ministro non è data ad personam e non ha niente a che vedere con quella di un tempo a cui si poteva anche rinunciare, per cui si diceva che bisognava difendersi nel processo e non dal processo".
"Questa situazione è completamente diversa perché la garanzia dalla legge costituzionale è data alla carica, non è rinunciabile e l'argomento su cui deve decidere il Parlamento per legge è, naturalmente se in ipotesi esiste il reato e nel caso anche esista se è stato commesso nell'interesse dello stato o nell'interesse proprio. Nel primo caso l'azione penale è improcedibile, non si può andare avanti. Tutte le chiacchiere che si stanno facendo sul fatto di dover rinunciare all'immunità sono tutte balle perché non si conosce la legge costituzionale. Aver giurisdizionalizzaziato questa situazione - ha concluso Nordio - ha devoluto alla magistratura la prima fase ma la seconda fase sarà del Parlamento che è sovrano e alla fine avrà l'ultima parola".