CHIESTO IL PROCESSO

Caso Almasri, gli atti alla Camera: chiesta l'autorizzazione a procedere per Piantedosi, Nordio e Mantovano | Il Tribunale dei ministri: "Condotte dovute a timori di ritorsioni"

Entro 60 giorni il voto in Aula che deciderà se avviare o meno un processo penale

06 Ago 2025 - 12:35

Gli atti provenienti dal Tribunale dei Ministri sul caso Almasri sono giunti alla Camera. Nelle carte, si legge in una nota del presidente della giunta per le autorizzazioni di Montecitorio Devis Dori, "si chiede l'autorizzazione a procedere per il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio". Sul caso del generale libico scarcerato e rimpatriato con un volo dei Servizi ora dovrà pronunciarsi la Camera dei deputati con un voto, entro i prossimi 60 giorni, che deciderà se avviare o meno un processo penale nei confronti dei vertici di governo indagati, a eccezione del premier Giorgia Meloni, per la quale i giudici del tribunale ministeriale hanno già disposto l'archiviazione.

Le accuse al sottosegretario e ai due ministri

 Omissione di atti di ufficio per il ministro della Giustizia Carlo Nordio, concorso in favoreggiamento per i ministri Matteo Piantedosi e Nordio e per il sottosegretario Alfredo Mantovano, concorso in peculato per Piantedosi e Mantovano. Sono questi i reati, con aggravanti, che il Tribunale dei ministri contesta agli indagati. Nello specifico, Nordio è accusato dai giudici di omissione di atti di ufficio perché avrebbe, nella qualità di ministro della Giustizia, indebitamente rifiutato di dar corso alle richieste urgenti di cooperazione rivolte all'Italia dalla Cpi. "È un dato di fatto - scrive il tribunale - che, nella specie, il ministro della Giustizia aveva avuto il tempo di interloquire con gli altri vertici istituzionali e avrebbe avuto, anche all'esito di tali riunioni, il tempo per provvedere a dar corso alla richiesta di arresto provvisorio e di sequestro, ove avesse voluto. Alla luce di tali considerazioni, il silenzio serbato dal ministro Nordio, che si è risolto di fatto in un rifiuto di dar corso alla richiesta di cooperazione, è da ritenere indebito".

Inoltre Nordio, Piantedosi e Mantovano sono accusati di favoreggiamento: Nordio, si legge negli atti, avrebbe assunto un contegno attendista in merito alla decisione della Corte d'Appello, rimanendo inerte in attesa di tale decisione e convenendo inoltre sull'opportunità di espellere l'Almasri, qualora fosse stato scarcerato. Quindi non attivandosi, neppure dopo aver avuto comunicazione del provvedimento di scarcerazione. Piantedosi e Mantovano sono accusati dello stesso reato perché avrebbero concordato l'emissione del decreto di espulsione e il successivo trasferimento in Libia mediante volo Cai (la compagnia aerea dei servizi segreti, ndr), aiutando Almasri a eludere le investigazioni della Cpi e a sottrarsi alle ricerche. Infine Piantedosi e Mantovano sono accusati dai giudici di peculato perché, in concorso tra loro, avrebbero distratto per un uso momentaneo l'aereo della Cai e si sarebbero appropriati del carburante necessario per l'esecuzione dei voli disposti, si legge negli atti, non per reali esigenze di sicurezza ma al solo scopo di aiutare Almasri a sottrarsi al mandato della Cpi.

"Almasri scarcerato per il timore di ritorsioni"

 "Appare verosimile - scrive il Tribunale dei ministri negli atti - che l'effettiva e inespressa motivazione degli atti e delle condotte tenute tanto dal ministro Nordio - nel decidere di non dar corso alla richiesta di cooperazione della Cpi relativa sia all'arresto che al sequestro - quanto dal ministro Piantedosi - nel decretare l'espulsione dal territorio dello Stato - e infine dall'Autorità delegata Mantovano - nel richiedere il volo Cai per l'accompagnamento in patria - sia da rinvenirsi, piuttosto, nelle preoccupazioni palesate dal Prefetto Caravelli (il direttore dell'Aise, ndr), nell'ambito delle riunioni intercorse tra i vertici istituzionali, riferite a possibili ritorsioni per i cittadini e gli interessi italiani in Libia derivanti dal mantenimento in vinculis di Almasri".

"Illegittima l'espulsione di Almasri, libero dove delinqueva"

 "Il decreto di espulsione emesso dal ministro dell'Interno nei confronti dell'Almasri", scrivono ancora i giudici, è "motivato in relazione alle esigenze di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica", ma ha portato "a un risultato paradossale - vale a dire ricondurre il ricercato Almasri, libero, lì dove avrebbe potuto continuare a perpetrare condotte criminose analoghe a quelle di cui era già accusato. Ne consegue che l'atto amministrativo, per come motivato, risulta viziato da palese irrazionalità e, come tale, illegittimo". 

"Aiutarono volontariamente Almasri"

 "Sia i ministri Nordio e Piantedosi, sia il sottosegretario Mantovano erano perfettamente consapevoli del contenuto delle richieste di cooperazione inviate dalla Cpi e, in particolare, del mandato di arresto spiccato nei confronti dell'Almasri. Non dando corso a tali richieste il primo, decretando il secondo la formale espulsione del ricercato con un provvedimento (...) viziato da palese irrazionalità e disponendo il terzo l'impiego di un volo Cai che ne ha assicurato l'immediato rientro in patria, hanno scientemente e volontariamente aiutato il predetto a sottrarsi alle ricerche e alle investigazioni della Cpi".

Gli atti alla giunta per le autorizzazioni, poi il voto in Aula

 La giunta per le autorizzazioni di Montecitorio ha ora un mese circa per visionare gli atti (ma potrebbe anche prendere più tempo) e infine inviarli all'Aula, che si esprimerà poi dopo trenta giorni, anche se sembra scontato il no all'autorizzazione a procedere.

Libia, la vicenda Almasri

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