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Beppe Grillo guiderà la delegazione M5S da Draghi | Probabile voto finale su Rousseau

Due ore di telefonata tra il premier incaricato e il fondatore del Movimento. Di Battista (contrario) avverte: "Hanno già promesso il Quirinale a Draghi". In mattinata un vertice della delegazione M5s: con loro anche Conte

Il governo Draghi sta prendendo forma. Incassati i primi sì nel primo giorno di consultazioni dai partiti "minori", ed altri nel secondo giorno (ma spicca il 'no' di FdI), per dare vita al terzo governo nella XVIII Legislatura si attende di sapere cosa decideranno la Lega e (soprattutto) il M5S, che continuerebbe a essere il partito di maggioranza relativa qualora decidesse di appoggiare l'esecutivo Draghi. Per dipanare la matassa all'interno di un Movimento ancora scosso dalla traumatica conclusione del Conte 2, scende in campo direttamente Beppe Grillo. Il co-fondatore del M5S, infatti, si è recato a Roma dopo aver parlato due ore al telefono con Mario Draghi. Salvo sorprese, sarà proprio Grillo a guidare la delegazione pentastellata a Montecitorio. In un secondo momento, poi, la decisione dovrebbe essere "vidimata" dagli iscritti alla piattaforma Rousseau. In mattinata è in programma un vertice fra tutti i membri della delegazione: ci sarà anche Giuseppe Conte.

Nel giorno del faccia a faccia di Mario Draghi con Pd, Fratelli d'Italia e Forza Italia, i riflettori sono puntati su quanto avverà sabato, quando l'ex presidente della Bce vedrà prima la Lega e poi, per chiudere il giro di consultazioni, il Movimento Cinque Stelle. Quest'ultimo, per bocca del capo politico Vito Crimi, nella tarda serata di martedì, dopo il conferimento dell'incarico a Draghi da parte di Sergio Mattarella, si era detto contrario ad appoggiare il nuovo esecutivo, ma nelle ultime ore si è rafforzato il vento dei "possibilisti", che non conta solo su Luigi Di Maio (che ha invitato il M5s ad "ascoltare" Draghi) ma anche su Beppe Grillo.

 

Non si spiegherebbe altrimenti la decisione di Grillo il quale, dopo due ore passate al telefono con Draghi, ha deciso di recarsi a Roma per incontrarlo. Se, come anticipato da Davide Casaleggio, la decisione finale sarà presa dagli iscritti alla piattaforma Rousseau come in occasione del primo governo Conte (con la Lega) e del Conte bis (con Pd e LeU), è probabile che un "endorsement" da parte di Grillo all'indirizzo di Draghi potrebbe risultare decisivo. E Grillo, evidentemente, è pronto a metterci la faccia e a "convincere" coloro che risultano essere più perplessi dall'idea di appoggiare Draghi (ovviamente parlamentari in primis). In questo senso, un segnale particolarmente importante è arrivato dallo stesso Giuseppe Conte. Il premier uscente, infatti, ha detto esplicitamente che non sarà di minimo ostacolo alla formazione del nuovo governo, candidandosi implicitamente a guidare la futura coalizione di Centrosinistra con Pd e Leu. Non va dimenticato, infine, che l’Assemblea degli iscritti M5S è già convocata per il 9, il 10 e il 16 febbraio per votare sul nuovo statuto che prevede un comitato direttivo di 5 membri per 3 anni al posto del capo politico. 

 

Alessandro Di Battista resta contrario: "A Draghi è stato promesso il Quirinale" - All'interno (o di poco all'esterno) del M5s c'è comunque una "corrente" decisamente contraria ad appoggiare Draghi, ed è capitanata da Di Battista. L'ex deputato ha ribadito il proprio secco "no" all’ex numero uno della Bce. "Ogni ora che passa, per quanto mi riguarda, si aggiungono ragioni su ragioni per dire NO a Draghi. I governi tecnici non esistono, esistono solo quelli politici" ha scritto su Fb l'ex parlamentare. Il quale "avverte" gli ex compagni di partito: "Draghi sarà il prossimo Presidente della Repubblica, senza questa garanzia non avrebbe accettato l'incarico".

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