L’impegno della Lega del Filo d’Oro


La tecnologia per ridare voce, autonomia e sogni alle persone sordocieche

Le tecnologie assistive sono uno degli strumenti principali per trasformare l’isolamento in partecipazione

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 © Ufficio stampa

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“Ogni giorno vedo con i miei occhi come la tecnologia possa cambiare la vita di chi non vede e non sente. E ogni giorno mi ricorda che, per farlo davvero, deve essere pensata su misura per chi la userà”. Con queste parole riassume parte del suo lavoro Chiara Filippini, tecnico delle tecnologie assistive della Lega del Filo d’Oro, una delle figure chiave in un settore dove innovazione e umanità devono necessariamente andare a braccetto.

Chiara Filippini lavora nel Centro Nazionale della Lega del Filo d’Oro per individuare, testare e adattare strumenti tecnologici capaci di rispondere alle esigenze specifiche delle persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale. “La sfida - racconta - è far sì che la tecnologia non resti un oggetto innovativo fine a sé stesso, ma diventi un vero strumento di autonomia, di espressione, di relazione”.

La tecnologia per comunicare con il mondo

 In Italia sono oltre 360mila le persone con disabilità combinate della vista e dell’udito, spesso accompagnate da limitazioni motorie. Per loro, la comunicazione con il mondo esterno può apparire un’impresa impossibile. Ma grazie alle tecnologie assistive, dai puntatori oculari alle app vocali, dai sensori di movimento agli ausili domotici, molti ostacoli possono essere abbattuti. Un soffio, un battito di ciglia, un lieve spostamento del capo diventano “comandi” che accendono luci, avviano musica, aprono comunicazioni.

Le nuove frontiere aperte dall’Ai

 “Con i sensori giusti – spiega Chiara Filippini – anche un gesto minimo può significare molto: può voler dire sono qui, voglio ascoltare quella canzone, ho sete. È una nuova forma di linguaggio”. L’intelligenza artificiale gioca un ruolo sempre più importante in questo campo: le webcam dotate di rilevamento facciale e corporeo permettono di cogliere movimenti impossibili da intercettare con sensori tradizionali, aprendo nuove frontiere per chi ha disabilità motorie complesse.

Strumenti personalizzati per trasformare l’isolamento in partecipazione

 Alla Lega del Filo d’Oro, ogni intervento è profondamente personalizzato. I tecnici lavorano in sinergia con educatori, terapisti e familiari, per costruire percorsi su misura. E i benefici non riguardano solo la comunicazione. “Tecnologie e software aiutano anche l’apprendimento, l’attività fisica e il gioco – racconta Chiara Filippini – rendendo la giornata più ricca e partecipata”. Perché anche il tempo libero è un diritto, e sentirsi parte della comunità è la prima forma di inclusione.

La Fondazione, attiva dal 1964, è oggi presente in undici regioni italiane e segue oltre 1.200 persone con sordocecità ogni anno. Con i suoi Centri Residenziali, Servizi e Sedi Territoriali e un’équipe altamente specializzata, accompagna ogni utente in un percorso che va dalla diagnosi all’autonomia quotidiana. Le tecnologie assistive sono uno degli strumenti principali per trasformare l’isolamento in partecipazione.

La tecnologia che rende possibili le relazioni

 “Ogni volta che una persona riesce a fare qualcosa da sola per la prima volta – dice Filippini – è una festa. È come se il mondo si aprisse, anche solo un po’”. E dietro ogni piccolo traguardo, c’è un lavoro enorme fatto di pazienza, ascolto e innovazione. Un lavoro che mostra con forza un messaggio essenziale: la tecnologia non sostituisce le relazioni, ma le rende possibili.

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