Dove e con chi abitare

Scegliere come vivere, Stefania e la sfida dell’autonomia per le persone sordocieche

Grazie alle esperienze di cohousing della Lega del Filo d’Oro sono sempre più le persone sordocieche adulte che possono iniziare a costruire un proprio progetto di vita autonomo

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 © Ufficio stampa

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“La cosa più bella è stata decidere con la mia testa”. Parole semplici, ma potentissime, quelle di Stefania Rodofile, donna sordocieca e vicepresidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Lega del Filo d’Oro. Parole che raccontano molto più di una conquista individuale: svelano un nuovo orizzonte possibile per centinaia di persone che convivono con disabilità sensoriale e che, spesso, si vedono negate le scelte fondamentali della vita. Come dove abitare. Con chi vivere. E se farlo da soli.

Per Stefania, tutto è iniziato da un’esperienza di cohousing ad Arcore (MB), organizzata dal Servizio Territoriale di Lesmo della Lega del Filo d’Oro. Dieci giorni condivisi con un altro utente, Alex, in un appartamento, fuori dal contesto familiare e senza operatori dell’Ente in pianta stabile. Una prova concreta di autonomia. “All’inizio avevo molti timori - racconta -, ma ho scoperto che posso cavarmela da sola. Vorrei vivere qui tutti i giorni”.

Cohousing e inclusione

 Il cohousing è una delle frontiere più importanti per l’inclusione delle persone sordocieche adulte e con un buon grado di autonomia. Significa uscire da una logica puramente assistenziale per abbracciare una prospettiva di autodeterminazione: sperimentare, sbagliare, ricominciare, come fanno tutti. Per riuscirci, però, serve un progetto su misura, una rete di professionisti e volontari, e soprattutto una visione: quella che la Lega del Filo d’Oro ha maturato in oltre 60 anni di attività.

La Lega del Filo d’Oro al “servizio” dei progetti di vita

 La Fondazione, oggi presente in undici regioni italiane, accompagna più di 1.200 persone ogni anno in percorsi educativi, riabilitativi e di autonomia quotidiana. L’obiettivo è ambizioso: rendere pienamente attuabile il diritto all’abitare, così come richiesto nel Manifesto delle Persone Sordocieche, presentato nel 2024 alla Camera dei Deputati. Tra i dieci punti del documento, l’housing e il cohousing occupano una posizione centrale: non si tratta solo di “tetti” sotto cui vivere, ma di progetti di vita che pongano al centro i desideri individuali.

“Il principio di fondo è valorizzare le autonomie delle persone, tenendo in considerazione il loro progetto di vita - spiega Roberto Costantini, Direttore Generale della Lega del Filo d’Oro -. Vuoi vivere da solo? Ti supporteremo in questo. Preferisci una dimensione di convivenza con altri? Lavoreremo sul co-housing. In altri casi, servirà dare la possibilità di sperimentarsi in brevi esperienze di vita autonoma e infatti abbiamo appena ristrutturato un appartamento sopra la Sede Territoriale di Napoli con questo obiettivo. Riflettere sull’abitare significa mettere in gioco tutte le risposte possibili, seguendo la volontà della singola persona: perché il progetto di vita è suo, non nostro”.

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