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Il lavoro in somministrazione baluardo contro il sommerso

L’economia non osservata, che nel 2020 valeva 174 miliardi di euro, danneggia lavoratori, imprese, comunità locali e l’intero Paese: Assolavoro e le Agenzie per il Lavoro hanno un ruolo di primo piano nella lotta contro questa piaga

Il lavoro in somministrazione baluardo contro il sommerso - foto 1
Pixabay

Nonostante il lavoro sia un diritto costituzionalmente riconosciuto, che prevede una retribuzione “proporzionata e dignitosa”, nel nostro Paese quello del lavoro nero continua a essere una piaga – sociale ed economica – difficile da contrastare.

Secondo gli ultimi dati disponibili analizzati dalla Cgia di Mestre, all’inizio del 2020 l’esercito di lavoratori in nero contava 3,2 milioni di occupati irregolari: un economia sommersa che genera ben 76,8 miliardi di euro di valore aggiunto ma che sfugge a qualsiasi tipo di regola e di controllo. E che, oltre allo sfruttamento dei lavoratori, che non hanno né garanzie né tutele, provoca danni alle comunità locali e al Paese per il mancato pagamento di imposte e contributi, e danneggia anche le imprese sane che impiegano lavoratori regolari e che devono combattere contro la concorrenza sleale di chi invece non lo fa.

Se a questi dati si aggiungono altre forme di sfruttamento del lavoro (false partite Iva, dipendenti inquadrati come collaboratori, contratti part-time stipulati con dipendenti full-time) è facile comprendere come il fenomeno del lavoro irregolare abbia in Italia dimensioni enormi. Tanto che, secondo l’Istat, sempre nel 2020 il valore dell’economia non osservata (che comprende sommerso e attività illegali) era di 174,6 miliardi di euro.

 

Un panorama desolante, contro il quale da sempre combatte anche il settore del lavoro in somministrazione: le Agenzie per il Lavoro, introdotte in Italia nel 2003 per raccogliere l’eredità delle agenzie interinali nate nel 1997 con il “Pacchetto Treu” costituiscono infatti per loro stessa natura uno dei più forti baluardi contro il lavoro in nero e l’occupazione irregolare. Pur garantendo alle aziende di soddisfare le proprie esigenze di flessibilità, infatti, il lavoro in somministrazione è soggetto a una stringente normativa che – grazie al principio della parità di trattamento – assicura ai lavoratori pari diritti, pari tutele e la stessa retribuzione dei lavoratori assunti direttamente.

 

 

E per poter operare, le Agenzie per il Lavoro devono possedere provati requisiti di affidabilità ed essere iscritte in un apposito Albo istituito presso il ministero del Lavoro. Inoltre, per poter entrare a far parte di Assolavoro (l'associazione che riunisce le Agenzie per il Lavoro in Italia), le Agenzie per il Lavoro devono sottoscrivere un Codice Etico che prevede un ulteriore livello di affidabilità e di eticità, oltre a quanto previsto dalla legge.

 

 

Quello in somministrazione fornito dalle Agenzie per il Lavoro è insomma, assieme alle assunzioni dirette da parte delle aziende, al vertice della “piramide” di diritti e tutele garantiti ai lavoratori, sia con i contratti a tempo indeterminato sia con quelli a termine. Scendendo verso la base della piramide si incontrano invece situazioni sempre meno tutelate: i lavoratori delle cooperative spurie, i lavoratori a progetto, quelli autonomi, le partite iva con un solo committente, per arrivare poi a forme di lavoro ai limiti della legge e a quelle irregolari.

 

 

Per questo Assolavoro da sempre è in prima linea per il contrasto del lavoro irregolare: oltre ad aver sottoscritto un Protocollo d’Intesa con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro per contrastare l’occupazione irregolare, ha rilanciato la proposta di favorire percorsi di emersione di quei lavoratori in nero che, dopo essere stati “scoperti” durante le attività di ispezione e di indagine, sono abbandonati a se stessi. Per Assolavoro è invece “quanto mai opportuna una politica attiva dedicata, che si componga di una quota di reddito e di un percorso finalizzato all’occupazione regolare” per questi lavoratori, anche attraverso le stesse Agenzie per il Lavoro, che si dimostrano quindi essere un vero e proprio caposaldo della lotta al lavoro nero. Proprio le Agenzie per il Lavoro si sono infatti da tempo dette disponibili a fare la propria parte attraverso l’inserimento al lavoro di questi lavoratori anche attraverso percorsi di formazione, di integrazione e di certificazione delle competenze.