Secondo gli esperti, "gli interventi coercitivi" degli Stati Uniti "violano la carta delle Nazioni Unite". Da mesi Washington prende di mira imbarcazioni provenienti dal Paese latino sospettate di trasportare droga
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Le azioni militari e le minacce di usare la forza armata contro il Venezuela da parte degli Stati Uniti "violano la sovranità del Venezuela" e "la carta delle Nazioni Unite". Lo hanno dichiarato tre relatori speciali delle Nazioni Unite in un comunicato congiunto. "Queste azioni violano anche l'obbligo internazionale fondamentale a non intervenire in questioni interne e a non minacciare l'uso della forza contro un altro Paese", hanno dichiarato gli esperti. "Queste azioni rappresentano un'escalation estremamente pericolosa con gravi implicazioni per la pace e la sicurezza nella regione dei Caraibi", hanno sottolineato. Il riferimento è al "significativo" rafforzamento militare statunitense già in corso nei Caraibi, con le forze statunitensi che hanno preso di mira imbarcazioni al largo delle coste venezuelane ritenute coinvolte nel traffico di stupefacenti, e all'annuncio del leader americano Donald Trump di aver autorizzato azioni "segrete" della Cia in territorio venezuelano.
"Anche se tali accuse fossero comprovate, l'uso della forza letale in acque internazionali senza un'adeguata base giuridica viola il diritto internazionale del mare ed equivale a esecuzioni extragiudiziali", hanno affermato gli esperti. "I preparativi per un'azione militare segreta o diretta contro un altro Stato sovrano costituiscono una violazione ancora più grave della Carta delle Nazioni Unite", affermano gli esperti. "La lunga storia di interventi esteri in America latina non deve essere ripetuta", affermano gli esperti. Per questo, i tre relatori Onu hanno rivolto un appello alla comunità internazionale affinché "difenda lo Stato di diritto, il dialogo e la risoluzione pacifica delle dispute" e hanno chiesto di terminare le azioni "illegali" e le minacce.
Come riferiscono tre fonti informate al Guardian, la Cia sta fornendo la maggior parte delle informazioni di intelligence utilizzate per condurre i controversi attacchi aerei degli Stati Uniti contro piccole imbarcazioni nel Mar dei Caraibi, sospettate - come detto - di trasportare droga dal Venezuela. Come spiega la testata britannica, il ruolo centrale dell'agenzia implica che gran parte delle prove utilizzate per selezionare i presunti trafficanti da uccidere in mare aperto rimarranno quasi certamente segrete. Le fonti hanno spiegato che la Cia fornisce informazioni in tempo reale raccolte dai satelliti per individuare quali imbarcazioni, a suo avviso, siano cariche di droga, tracciandone le rotte e fornendo indicazioni precisi per attaccarle con i missili. Una settimana fa, Trump ha confermato di aver autorizzato operazioni della Cia in Venezuela, senza fornire altri dettagli.
Trump sta mostrando i muscoli al Venezuela, in quello che sembra un déjà vu del XX secolo, quando gli Stati Uniti contribuivano in larga parte a plasmare il destino dei Paesi dell'America latina. Secondo gli analisti internazionali, l'obiettivo di Washington è arrivare all'estromissione di Nicolás Maduro, leader del Paese. Il via libera alle operazioni della Cia rappresenterebbe quindi una soluzione più aggressiva della strada diplomatica ma allo stesso tempo più discreta di una possibile invasione militare del Paese, paventata non solo da Caracas ma anche dalla Colombia.
Le accuse mosse da Washington a Caracas sono note: la prima è quella di essere un narco-Stato, dove le organizzazioni criminali dedite al traffico di droga sono così potenti da influenzare, se non direttamente gestire, le istituzioni statali (governo, forze di polizia, sistema giudiziario). Non solo: gli Stati Uniti accusano lo stesso leader venezuelano Maduro di essere impegnato in prima persona alla guida dei traffici del cartello dei Soles, e per questo colpito da una taglia da 50 milioni di dollari. Un'altra accusa è quella di aver "svuotato le prigioni", incoraggiando i criminali (soprattutto i membri del Tren de Aragua) a emigrare e "invadere" gli Stati Uniti.