"Il popolo ha diritto alla felicità", ha spiegato il presidente del Paese sudamericano. Il motivo? Far dimenticare ai venezuelani le recenti tensioni con gli Stati Uniti
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Natale arriva prima a Caracas, e non c'entrano le temperature. A decidere di anticipare le festività natalizie è piuttosto Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, che ha scelto di replicare una consuetudine ormai in voga da diversi anni. Il leader del Paese sudamericano ha dato l'annuncio in diretta nazionale durante il suo programma televisivo Con Maduro +, trasmesso dalla tv di Stato: anche nel 2025 trasformerà quindi il primo ottobre nel venticinque dicembre. Una scelta fatta, almeno a sentire il leader, per "difendere il diritto alla gioia, alla felicità e alla cultura del popolo venezuelano".
Da quando è salito al potere nel 2013, l'erede di Hugo Chavez ha spostato diverse volte le festività a proprio piacimento. Maduro garantisce che anche stavolta anticipare il Natale sia solo un suo modo per rendere "omaggio" al popolo, quasi si trattasse di una mera forma di ringraziamento ai cittadini. Ma la realtà appare un po' diversa, almeno a giudicare dal timing con cui vengono prese certe decisioni. Già dodici mesi fa si era scelto per esempio di portare le festività natalizie ai primi di ottobre con il preciso intento di calmare gli animi. Caracas e dintorni infatti erano una polveriera, dopo le veementi proteste popolari nate per il contestato risultato delle presidenziali del 28 luglio 2024. Quest'anno invece la decisione pare essere stata influenzata dalle recenti tensioni con gli Stati Uniti, che Maduro spera di far dimenticare ai venezuelani forzando l'aria di festa.
Natale come atto politico, insomma, anche se più di qualcuno storce il naso. Tanti venezuelani non si esprimono per paura di ritorsioni ma ogni tanto qualche voce contraria riesce ad alzarsi per protestare. L'anno scorso la chiesa ad esempio aveva fatto valere la sua autonomia per contestare la scelta di un Natale anticipato, attraverso la Conferenza episcopale del Venezuela (Cev): "Il Natale è una festa universale. Il modo e il tempo della sua celebrazione sono di competenza dell’autorità ecclesiastica. Questa festività non deve essere utilizzata per scopi propagandistici o politici particolari". Ormai dal 2021, quando con il Paese piegato dalla pandemia di Covid-19 e dai lockdown Maduro decretò che il Natale sarebbe iniziato il 4 ottobre, si assiste a questa bislacca tendenza a portarsi avanti con alberi e ghirlande. Una scelta compiuta dal presidente nella speranza che, nel periodo in cui tradizionalmente si è "tutti più buoni", anche i venezuelani siano tentati di risparmiare un po' le critiche al loro discusso leader.