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Usa, boom di richieste di pillole abortive ma alcuni Stati le vietano

Qualche Stato vieta la telemedicina, qualcun altro non vuole che le pillole vengano inviate via posta. Altre associazioni invece stanno predisponendo cliniche mobili ai confini degli Stati anti-abortisti

Washington, dopo la sentenza contro l'aborto in piazza chi protesta e chi esulta

Non solo le associazioni femministe e per i diritti umani sono scese in piazza dopo la sentenza della Corte Suprema Usa che di fatto rende possibile il divieto all'aborto per i singoli Stati della federazione. Anche le associazioni "pro vita" sono davanti alla Corte per esultare in quella che è una decisione che spacca in due l'opinione pubblica americana.

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Pillole abortive, spostamenti da uno Stato all'altro, prescrizioni di farmaci online.

Sono questi gli strumenti che, in alcuni Stati americani antiabortisti, restano alle donne per interrompere una gravidanza, all'indomani della storica sentenza che nega loro il diritto costituzionale di farlo liberamente come negli ultimi cinquant'anni. Ma sono in atto battaglie Stato per Stato a colpi di divieti per negare anche queste possibilità. E c'è chi addirittura vorrebbe far bandire i farmaci abortivi a livello nazionale richiedendo l'intervento del Congresso.

 

Boom di pillole per abortire - Potrebbero non bastare le rassicurazioni di Joe Biden all'indomani della delibera anti-aborto della Corte Suprema: l'accesso alle pillole per interrompere la gravidanza potrebbe non essere garantito a tutti. I farmaci sarebbero finiti nel mirino degli antiabortisti che minacciano nuove battaglie legali per vietarle.  Metà degli aborti negli Stati Uniti sono effettuati con la pillola e adesso le organizzazioni no profit che si occupano della distribuzione di quei farmaci sono state inondate di richieste. La pillola può essere presa fino alla decima settimana e dall'anno scorso (anche per via della pandemia) la Fda ne ha approvato la prescrizione online, dopo un appuntamento di telemedicina, e la sua consegna per posta. 

 

 

Divieti di prescrizione online e di consegna a domicilio - La governatrice repubblica del South Dakota (dove è in vigore un bando totale dell'aborto tranne nei casi in cui la vita della madre è in pericolo) ha già annunciato di aver presentato un disegno di legge che proibirà le visite mediche online al fine d'impedire alle donne di ottenere pillole abortive. Sono già 19 gli Stati che hanno divieti sull'uso della telemedicina per l'aborto e il Texas ha di recente promulgato una legge che vieta l'invio di pillole abortive per posta. L’escamotage per aggirare questi divieti sarebbe viaggiare in uno Stato in cui sono consentite le visite di telemedicina e farsi consegnare il farmaco a un indirizzo in quell'area.

 

Divieto sui viaggi - Sia la Casa Bianca che il ministro per la Giustizia, Merrick Garland, hanno assicurato che combatteranno qualsiasi tentativo  d'impedire gli spostamenti negli Stati in cui abortire rimane legale. Alcune organizzazioni pro-aborto come Just the Pill stanno già predisponendo cliniche mobili che opereranno ai confini degli Stati sia distribuendo pillole che effettuando interventi chirurgici. "Operando ai confini statali, ridurremo gli oneri di viaggio per le pazienti negli Stati con divieti o limiti gravi", ha spiegato la dottoressa Julie Amaon, direttrice dell'organizzazione. Mentre il fronte anti-aborto vorrebbe spingere per un divieto nazionale.

 

 

Corte Suprema perde consensi - Nel frattempo la fiducia degli americani nel massimo tribunale è caduta a picco. Secondo un sondaggio della Gallup citato dai media Usa, solo il 25% ha fiducia nell'istituzione contro il 36% di un anno fa. Il precedente minimo storici di fiducia nella Corte Suprema era stato del 30% nel 2014, anno in cui la fiducia nelle principali istituzioni statunitensi in generale ha toccato il fondo, con una media del 31%. Negli ultimi 16 anni in generale il sostegno degli americani al massimo tribunale è crollato: dal 1973 al 2006 la media era del 47%.

 

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