a los angeles

Usa, bimbo immigrato malato di leucemia arrestato con la famiglia e trasferito in un centro di espulsione: è polemica

La madre ha fatto causa al governo parlando di arresto illegale: erano in tribunale per l'udienza di concessione dello status di rifugiati

28 Giu 2025 - 08:57
 © Afp

© Afp

Una donna honduregna ha intentato una causa all'amministrazione Trump, alla Homeland Security e all'Immigrazione dopo essere stata arrestata fuori da un tribunale per l'immigrazione di Los Angeles. Assieme a lei, in manette sono finiti anche i figli, tra cui un bambino di 6 anni malato di leucemia. Una circostanza che ha di nuovo sollevato polemiche sulle politiche della Casa Bianca in tema di immigrazione e deportazione dei migranti.

La donna, riporta il Los Angeles Times, contesta la detenzione sua e della sua famiglia in una struttura del Texas, e ha chiesto un'ingiunzione per impedire l'immediata deportazione in Honduras. Secondo i documenti presentati in tribunale, nei quali non viene riportato il nome della donna, gli avvocati della famiglia sostengono che non è stata data loro la possibilità di contestare la detenzione di fronte a un giudice imparziale, e che è stato violato il diritto a non essere arrestati illegalmente. "Spesso, in questo Paese, si sente tutta la retorica sul fatto che gli immigrati dovrebbero fare le cose 'nel modo giusto', ed è ironico in questo caso perché ci troviamo in una situazione in cui questa famiglia ha fatto le cose 'nel modo giusto' e viene punita per questo", ha detto uno dei legali al quotidiano. "Hanno seguito la procedura, sono andati dove dovevano andare e hanno fatto tutto ciò che è stato loro richiesto".

Uno dei punti focali della vicenda, è la sorte del figlio di 6 anni della donna. Secondo i documenti presentati in tribunale, al bambino è stata diagnosticata 3 anni fa una leucemia linfoblastica acuta: il piccolo è stato sottoposto ai trattamenti chemioterapici, e secondo la madre, dopo due anni di chemio, ora non ha più cellule leucemiche nel sangue. Però necessita di controlli regolari e di cure mediche. La famiglia è arrivata negli Usa lo scorso anno per questo motivo e perché, secondo la documentazione, in Honduras è stata oggetto di "imminenti e credibili minacce di morte".

Secondo il Los Angeles Times, la donna e i figli sono arrivati in Messico, hanno presentato domanda di immigrazione negli Usa, hanno ottenuto un appuntamento per presentare domanda d'asilo e, dopo essersi presentati a un valico di frontiera, sono stati esaminati e rilasciati sulla parola all'interno del territorio Usa in attesa dell'udienza. Proprio al termine dell'udienza, il 29 maggio, è avvenuto l'arresto: un avvocato della National Security ha chiesto al giudice di archiviare la richiesta di asilo, e il giudice l'ha concessa: immediatamente dopo sono scattate le manette. E il 5 giugno il bambino malato non ha potuto presentarsi a una visita di controllo.

Secondo la documentazione presentata dai legali, l'arresto è stato compiuto in modo intimidatorio: la famiglia, racconta il Los Angeles Times, "è stata trattenuta per ore al primo piano prima di essere condotta in un centro immigrazione. Tutti e tre i bambini hanno pianto per la paura, e il ragazzino più piccolo si è fatto la pipì addosso ed è rimasto con i vestiti bagnati per ore. Quindi la famiglia è stata imbarcata su un volo per San Antonio insieme a diverse altre famiglie. Dopo l'atterraggio, la famiglia è stata trasportata in un centro di detenzione a Dilley, in Texas, dove si trova ancora oggi".

Immediata la replica di Tricia McLaughlin, vicesegretario per gli affari pubblici della Homeland Security, secondo cui il procedimento legale si sta svolgendo in modo imparziale: la famiglia "ha scelto di presentare ricorso contro il proprio caso, che era già stato respinto da un giudice dell'immigrazione, e rimarrà sotto la custodia dell'ICE finché la questione non sarà risolta". Inoltre, ha aggiunto, "l'insinuazione che l'ICE neghi a un bambino le cure mediche di cui ha bisogno è assolutamente falsa, ed è un insulto agli uomini e alle donne delle forze dell'ordine federali. L'ICE dà sempre priorità alla salute, alla sicurezza e al benessere di tutti i detenuti affidati alle sue cure".

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri