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Svizzera, si vota su accordo con la Ue per la libera circolazione

LʼUe è il principale partner commerciale: il governo e il parlamento hanno invitato i cittadini a votare No

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Svizzera oggi alle urne per decidere se abrogare o meno l'accordo sulla libera circolazione delle persone con l'Unione Europea. Per i sostenitori del Sì l'abrogazione consentirebbe di controllare le frontiere e "selezionare" i migranti da accogliere. I sostenitori del No denunciano il rischio di finire in recessione,  negando a migliaia di cittadini svizzeri il diritto di vivere e lavorare in tutta Europa.

Il fronte del Sì - Il referendum è stato proposto dal partito di destra Unione democratica di centro (Svp), il cui capogruppo, Thomas Aeschi, ritiene che l'abolizione dell'intesa porterebbe numerosi vantaggi, dall'"essere in grado di selezionare migranti altamente qualificati a meno speculazione fondiaria, prezzi immobiliari e affitti più bassi".

 

Aeschi ha spiegato che non teme la perdita di accordi commerciali. Secondo il capogruppo l'unico effetto sarebbe che "gli svizzeri mangeranno meno formaggio francese e che i francesi mangeranno meno formaggio svizzero".

 

I transfrontalieri - Benefici che potrebbero costare caro ai numerosi transfrontalieri nostri connazionali. Sono circa 76mila gli italiani che ogni giorno varcano il confine per lavorare in Svizzera. Anche durante i giorni bui della pandemia, il governo elvetico non ha mai impedito loro l'accesso.

 

Quello del No - Non la pensa così Stefan Manser-Egli del gruppo Operation Libero, che ha fatto campagna per il No, lanciando l'allarme sulle conseguenze economiche dell'abolizione dell'intesa. Si è mostrato preoccupato anche il ministro della Giustizia, Karin Keller-Suter, che definisce la situazione post-voto, in caso di vittoria del Sì, "peggiore della Brexit".

 

In effetti, la Ue è il principale partner del Paese, tanto che i soli scambi commerciali con la Germania sono superiori a quelli intrattenuti con Cina e Stati Uniti insieme.

 

Anche il governo e il parlamento si sono schierati a favore del No, spiegando come la fine dell'accordo "metterebbe a rischio i rapporti stabili della Svizzera con il suo partner principale", così come "posti di lavoro e prosperità a fronte di grandi incertezze economiche".

 

Gli altri quesiti referendari - Stando agli ultimi sondaggi, circa il 63% dell'elettorato sarebbe intenzionato a votare No, contro il 35% che si dichiara invece favorevole al Sì. I cittadini sono chiamati a rispondere a cinque quesiti referendari: oltre all'accordo con l'Ue, decideranno se acquistare nuovi aerei da combattimento, se introdurre il congedo familiare e deduzioni fiscali per le famiglie e se riprendere la caccia ai lupi.

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