Sono previsti 1.500 eventi in 1.400 città nel giorno della parata militare a Washington voluta dal presidente per i 250 anni dell'esercito (nel giorno del suo 79esimo compleanno)
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Negli Stati Uniti, il sabato che sta per arrivare si preannuncia caldo. In coincidenza con la parata militare nella capitale del 14 giugno voluta da Donald Trump per i 250 anni dell'esercito - nel giorno del suo 79esimo compleanno -, sono previste almeno 1.500 proteste in 1.400 città americane, sotto lo slogan "no kings". Un vero e proprio raduno anti Trump, il più grande in un solo giorno dall'inizio della sua seconda presidenza, ribattezzato appunto "No Kings Day", per trasmettere il messaggio che gli Usa "non hanno re".
Gli organizzatori, almeno per ora, hanno deciso di evitare manifestazioni a Washington per "non dare all'amministrazione Trump l'opportunità di fomentare il conflitto e poi focalizzare l'attenzione su di esso", ha affermato Leah Greenberg, co-direttrice di Indivisible, un gruppo partner. Sono però state organizzate manifestazioni alle porte della capitale: a Chevy Chase, Bethesda,Silver Spring e Takoma Park, nel Maryland, nonché ad Arlington, Alexandria e Falls Church, in Virginia. Martedì, Trump aveva minacciato di usare la forza contro eventuali proteste.
Walmart è finito nel mirino dei trumpiani dopo che l'ereditiera della catena di grandi magazzini Christy Walton ha lanciato un appello civico sulle pagine del New York Times. Walton e la stessa azienda, da tempo percepita come vicina a posizioni conservatrici, sono al centro di polemiche e minacce di boicottaggio da parte dei sostenitori di Trump. A scatenare la reazione è stata la pagina pubblicitaria sul New York Times sotto lo slogan "No Kings Day" che invitava i cittadini a partecipare ai dibattiti pubblici e a difendere valori come le alleanze con gli alleati, la difesa contro i dittatori e il rispetto dei partner commerciali: un messaggio interpretato come critica all'agenda isolazionista del presidente Usa. Sebbene l'annuncio non menzioni il tycoon per nome, infatti, l'enfasi su determinati valori è stata ampiamente considerata come una critica alla politica estera di Trump e al programma America First.
Un portavoce di Walmart ha preso le distanze dalla vicenda, spiegando a Newsweek che "gli annunci di Walton non sono in alcun modo collegati o approvati da Walmart. Non fa parte del consiglio di amministrazione né svolge alcun ruolo nel processo decisionale dell'azienda".