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La Russia: "L'offensiva filo-turca minaccia la sovranità del Paese". L'offensiva degli insorti contro le forze governative di Assad ha provocato i combattimenti più violenti dal 2020
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La Siria ripiomba nella guerra guerreggiata, dopo essere rimasto un fronte collaterale del conflitto principale fra Israele e le milizie sciite sostenute dall'Iran. Da tre giorni si registrano violenti scontri fra ribelli e forze governative nel nord-ovest del Paese. Jihadisti e mercenari filo-turchi sono entrati ad Aleppo, facendo esplodere due autobombe alla periferia occidentale della città e portando alle stelle la tensione interna. Nei primi tre giorni di combattimenti, su diverse linee del fronte nelle campagne di Idlib e Aleppo, sono rimaste uccise almeno 242 persone. Mercoledì il gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham e le fazioni alleate avevano lanciato un attacco alle aree controllate dal governo di Assad, innescando "i combattimenti più violenti dal 2020". Raid russi-siriani su Idlib, la roccaforte jihadista nel Paese.
I ribelli jihadisti siriani hanno affermato di aver preso il controllo del quartier generale della polizia di Aleppo, del palazzo del governatorato, del palazzo municipale e della piazza principale nel centro della città, nonché di 14 quartieri residenziali. Lo riporta Al Jazeera. I miliziani hanno annunciato "l'imposizione del coprifuoco nella città di Aleppo per preservare la sicurezza dei civili". Dopodiché "Aleppo sarà messa in sicurezza militarmente e verrà annunciata la liberazione dell'intera città".
Dopo Aleppo, i jihadisti siriani e i loro ribelli alleati hanno conquistato l'importante città di Saraqib nel nord del Paese. Lo annuncia l'Osservatorio siriano dei diritti umani, un'Ong che ha sede in Gran Bretagna ma che ha numerosi fonti nel Paese mediorientale.
Gli insorti si stavano avvicinando alla città da giorni e avevano conquistato diversi centri e villaggi lungo il percorso. Un comandante degli insorti ha diffuso un messaggio sui social, in cui invita i residenti della città a collaborare con le forze in avanzata. Secondo l'Onu, oltre 14mila persone sono state costrette abbandonare le proprie case. "Sono allarmato dal peggioramento della situazione in Siria e dalle conseguenze sulla vita dei civili. Abbiamo ricevuto notizie di bambini con ferite multiple da schegge a causa degli attacchi", ha detto il vice coordinatore regionale dell'Onu per gli Aiuti umanitari in Siria, David Carden.
Secondo la Russia, l'offensiva dei miliziani filo-turchi nel nord-ovest della Siria è "una minaccia alla sovranità" del Paese. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito la posizione di Mosca "a favore di un ristabilimento dell'ordine" nella regione. "Vogliamo che le autorità siriane ristabiliscano l'ordine in quest'area, che ristabiliscano l'ordine costituzionale il più presto possibile".
Gli aerei russi e siriani hanno effettuato intensi raid sulla città di Idlib e sulla sua regione, l'ultima roccaforte dei jihadisti e dei ribelli nel nord-ovest della Siria. "Gli aerei russi e siriani hanno effettuato 23 raid sulla regione di Idlib", ha dichiarato l'Osservatorio siriano.
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi ha denunciato i recenti attacchi dei ribelli in Siria come "un piano sionista-statunitense in seguito alla sconfitta del regime sionista in Libano e Palestina".