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Francia, il governo annuncia il ritiro del punto più controverso della riforma sulla pensioni: l'uscita all'età di 64 anni

Si tratta del comma relativo allʼistituzione di unʼetà di equilibrio per ottenere lʼassegno integrale. A Parigi nuova giornata di scontri

Ansa

Al 38esimo giorno di sciopero segnato da nuovi scontri a Parigi, il governo francese ha aperto al compromesso, rinunciando provvisoriamente al punto della riforma delle pensioni più osteggiato da tutti i sindacati: la creazione di un'età di equilibrio a 64 anni, necessaria per ottenere il tasso pieno. I moderati della Cfdt e gli autonomi dell'Unsa sono pronti a raccogliere la mano tesa, ma per la Cgt, l'estrema sinistra e l'estrema destra non cambia niente.

Domenica, per la prima volta dal 5 dicembre, tutte le linee della metropolitana e della Rer che va in banlieue saranno riaperte, anche se in modo parziale. La decisione, ampiamente attesa, dell'elemento più intransigente nella disputa, il primo ministro Edouard Philippe, sembra destinata a cambiare le carte in tavola. Se la Cgt si è detta "più che mai determinata" a ottenere il ritiro di tutto il testo, il primo sindacato, la Cfdt di Laurent Berger, ha espresso il suo "plauso".

 

Le estreme di Melenchon a sinistra e Marine Le Pen a destra gridano invece alla "manipolazione" e invitano tutti a non mollare, anche se a Parigi, oggi 11 gennaio, la stessa Cgt ha parlato di appena 150.000 manifestanti (21.000 secondo la questura) contro i 370.000 (56.000) di due giorni fa. A movimentare la situazione i soliti black bloc, che hanno incendiato di tutto lungo il percorso della manifestazione, fra la Bastiglia e place de la Republique.

 

Il punto controverso, la cosiddetta età d'equilibrio, potrebbe quindi scomparire "provvisoriamente" dal testo della riforma, anche se una lettura più tecnica consente di osservare che il principio dell'età di equilibrio non viene affatto abbandonato. Anzi, nella sua versione "strutturale" resta parte del progetto di legge. In sostanza, Philippe rinuncia per il momento al punto più discusso ma chiede che i partner sociali partecipino a una "conferenza sull'equilibrio e il finanziamento del sistema pensionistico".

 

L'obiettivo di tale appuntamento sarà quello di individuare le "misure che consentano di raggiungere l'equilibrio finanziario nel 2027". Di fatto, il premier rilancia la palla nel campo dei sindacati, che ora avranno poco più di tre mesi di tempo per trovare un modo di tenere in piedi il sistema. Una specie di rompicapo, visto che le misure individuate per sostituire l'invisa età d'equilibrio "non dovranno comportare né tagli alle pensioni, per mantenere il potere d'acquisto dei pensionati, né aumenti del costo del lavoro affinché resti garantita la competitività dell'economia".

 

La Cfdt esulta per "aver ottenuto il ritiro dell'età d'equilibrio", una decisione, ha ammesso, che "segna la volontà di compromesso del governo". Anche l'Unsa approva questo "passo avanti importante" e assicura che "i negoziati potranno finalmente partire". Per la Cgt invece "il progetto di legge resta com'è", e altrettanto rimane forte "la determinazione" del sindacato di Philippe Martineza a "ottenere il ritiro del testo e il miglioramento dell'attuale sistema".

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