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Qatargate, lo scandalo mazzette investe la "maggioranza Ursula"

La prima rottura in aula è arrivata giovedì durante il voto sulla risoluzione per i diritti umani in Bahrain

Qatargate, lo scandalo mazzette investe la "maggioranza Ursula" - foto 1
Ansa

La tregua sul caso Qatargate chiesta dalla presidente Metsola e i suoi appelli a non strumentalizzare la vicenda "per questioni politiche" sono durati una manciata d'ore: lo scandalo euromazzette rischia di rovesciare gli equilibri dell'Eurocamera e far naufragare una volta per tutte la cosiddetta "maggioranza Ursula", la grande coalizione ancora al potere a Bruxelles.

Le voci di un possibile patto di non aggressione tra popolari e socialisti sono state fermamente smentite da uno dei portavoce del Ppe, che al telefono ha accusato duramente i socialisti: "Stanno naufragando e invece di pensare a salvarsi provano a lanciarci addosso tutto ciò che gli è rimasto".

 

La prima rottura in aula è arrivata giovedì sul voto sulla risoluzione per i diritti umani in Bahrain, Stato del Gofo storicamente avversario del Qatar e su cui il Ppe, assieme alle destre di Id e Ecr, hanno scelto di astenersi. Ma sulla decisione sono piovute le critiche dei Socialisti e di Renew Europe, che via Twitter hanno risposto: "Il silenzio del Parlamento europeo sulle violazioni dei diritti umani è esattamente ciò che le tangenti del Qatar miravano a ottenere". Ed è finito sotto accusa da parte del gruppo di Renew Europe il ruolo dell'eurodeputato ceco Tomas Zdechovsky, presidente del Gruppo di amicizia Bahrain-Eurocamera e molto vicino al governo degli emiri, scelto dai popolari proprio come relatore del testo sui diritti nel Paese del Golfo.

 

Dopo il voto i toni tra gli alleati si sono fatti via via più bruschi. Alle accuse sul voto sul Bahrain i popolari hanno risposto via social con rabbia. "Altro che Qatargate, questo è uno scandalo socialista", recitava un post del Ppe immediatamente diventato virale e seguito da una altro: "Si sentivano i più puliti e invece questo scandalo ha un nome e un cognome: i socialisti europei".

 

La scelta del Ppe di schierarsi con le destre tuttavia non è inedita. Anzi ha fatto la sua prima apparizione proprio con l'elezione del successore di David Sassoli. Roberta Metsola all'inizio di quest'anno è stata eletta anche grazie ai voti di Ecr e della corposa delegazione leghista. Il dialogo con i Conservatori - il cui partito è presieduto da Giorgia Meloni - è un dato di fatto.

 

A seconda di come andranno le elezioni in Spagna e Polonia, cruciali per gli equilibri europei, potrebbe attenuarsi o infittirsi ulteriormente. Per il leader del gruppo Id, Marco Zanni, "quanto avvenuto in casa dei socialisti rappresenta l'ennesimo segnale di una maggioranza giunta ormai, nei fatti, al capolinea e senza piu' alcuna ragione di esistere", ha detto. Il leghista ha più ben più di qualche sassolino da levarsi dalle scarpe. "L'evidenza ha dimostrato che la vera minaccia all'Ue da isolare con un antidemocratico e vergognoso cordone sanitario non eravamo noi", ha sottolineato Zanni, che poi ha teso la mano ai popolari: "Il Ppe, se ancora ha a cuore certi valori, batta un colpo e dia un segnale, è ora di cambiare questa Europa e noi ci siamo". Dalla casa popolare per ora silenzio, ma il messaggio, fanno sapere, è stato ricevuto. 

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