Il gesto simbolico di Netanyahu, subito dopo la tregua a Gaza, è stato letto da molti osservatori come un "risarcimento morale" per il Nobel per la Pace non assegnato a Trump
© Ansa
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ricevuto un dono inaspettato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu: una colomba dorata, simbolo universale di pace. Il regalo è arrivato nel giorno della liberazione degli ostaggi e si è immediatamente caricato di un forte significato politico. In molti lo hanno interpretato come un riconoscimento per l'impegno diplomatico di Trump in Medio Oriente e come un gesto di riparazione per il Nobel per la Pace che non gli è mai stato conferito, nonostante le intese storiche raggiunte durante il suo primo mandato. Questo episodio si inserisce in una lunga serie di scambi di doni tra i due leader, spesso carichi di riferimenti simbolici, militari e religiosi.
Secondo quanto riportato da fonti giornalistiche internazionali, Benjamin Netanyahu avrebbe omaggiato Donald Trump con una colomba dorata, simbolo tradizionale della pace. L'oggetto, dalle linee eleganti e rivestito in finitura dorata, non è accompagnato da una valutazione ufficiale, né da dettagli tecnici su materiali o manifattura. Tuttavia, il contesto e la scelta iconografica suggeriscono un valore non solo estetico ma anche profondamente simbolico.
Al momento, né il governo israeliano né la Casa Bianca hanno fornito informazioni ufficiali sul dono. Alcune fonti online ipotizzano si tratti di un oggetto artigianale, realizzato appositamente per l'occasione, senza che siano stati diffusi dettagli relativi a costo, autore o provenienza. Quel che è certo è che la tempistica del gesto, coincidente con una tregua delicata, lo rende altamente significativo dal punto di vista diplomatico.
Nel contesto della cultura ebraica, l'oro non è semplicemente un metallo prezioso, ma un materiale intriso di significati spirituali e storici. Nella Bibbia, l'oro è spesso associato al sacro: l'Arca dell'Alleanza era rivestita d'oro, così come la Menorah del Tempio. Viene considerato simbolo di purezza, onore e eternità, elementi che trovano eco anche nel rituale liturgico e nei paramenti del Sommo Sacerdote. Tuttavia, la sua simbologia è ambivalente: l'episodio del vitello d'oro ammonisce contro l'idolatria e l'uso improprio della ricchezza. Alla luce di questa complessità, il dono di una colomba dorata assume una doppia valenza: da un lato è un riconoscimento della pace come valore supremo e duraturo; dall'altro, può essere letto come un segnale di alleanza “sacra” tra Israele e l'attuale presidente degli Stati Uniti. Un gesto che supera il piano politico, evocando riferimenti culturali profondi.
L'intesa personale tra Benjamin Netanyahu e Donald Trump è stata più volte sottolineata da gesti che hanno superato il linguaggio diplomatico formale. La consegna della colomba dorata non è infatti un episodio isolato. I due leader hanno da tempo costruito un rapporto fondato su affinità ideologiche e una visione comune su diversi dossier internazionali, in particolare in Medio Oriente.
Le immagini ufficiali che ritraggono i due fianco a fianco si moltiplicano a ogni visita istituzionale, ma sono i regali scambiati nel corso degli anni a raccontare la profondità simbolica di questo legame. A ogni incontro, oggetti unici e fortemente evocativi vengono scelti per rappresentare non solo la stima personale, ma anche il significato politico dell'alleanza tra Stati Uniti e Israele.
Tra i doni più noti consegnati da Netanyahu a Trump figura il cosiddetto "golden pager": un cercapersone placcato in oro, montato su una base di legno con una targa che recitava "To President Donald J. Trump, Our greatest friend and greatest ally". Il gesto, confermato dall'Ufficio del Primo Ministro israeliano, è stato interpretato come un tributo a un'operazione militare segreta israeliana in cui dispositivi simili furono usati per colpire le infrastrutture di Hezbollah.
Un altro omaggio particolarmente significativo è una mezuzah - contenitore rituale ebraico - modellata a forma di bombardiere B‑2, ricavata da frammenti di un missile iraniano. Il dono, ricco di valenze simboliche, è stato consegnato durante un incontro alla Casa Bianca ed è stato interpretato come riconoscimento per l'appoggio strategico degli Stati Uniti ad alcune azioni di difesa israeliana. Oltre a questi, documenti ufficiali del Congresso americano riportano anche la ricezione da parte di Trump di una serie di regali formali, tra cui incisioni d'epoca e cofanetti decorativi, con valori stimati in centinaia o migliaia di dollari. Tali doni, seppur più protocollari, confermano la consuetudine di scambi altamente simbolici tra i due leader.
Il contesto in cui arriva la colomba dorata è particolarmente rilevante: nonostante Trump abbia giocato un ruolo chiave nella stipula degli Accordi di Abramo — che hanno portato alla normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Israele e diversi paesi arabi — non ha mai ricevuto il Premio Nobel per la Pace (anche se ci ha sperato). La scelta, discussa e contestata da una parte dell'opinione pubblica e del mondo politico, ha sollevato interrogativi su quanto pesino le motivazioni geopolitiche nella selezione dei candidati.
Per questo, il gesto di Netanyahu assume una valenza ulteriore. Alcuni analisti lo interpretano come una sorta di "premio parallelo", un omaggio pubblico che ha la funzione di colmare quel vuoto riconoscitivo sul piano internazionale. In un momento in cui Trump è di nuovo al centro del dibattito globale, in vista delle elezioni presidenziali americane, il dono potrebbe anche avere risvolti politici, rinsaldando il legame con un alleato strategico e consolidando l'immagine di un leader capace di favorire la stabilità in una delle aree più complesse del mondo.