copertura vaccinale in calo

Morbillo, boom di casi negli Stati Uniti: mai così tanti dal 1992

Dall’inizio del 2025 segnalati 1.288 contagi solo negli Usa con ricoveri e decessi, numeri raddoppiati anche in Europa e Italia. Gli esperti: "Serve completare il ciclo vaccinale"

15 Lug 2025 - 16:25
 © Istockphoto

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Il 2025 si sta rivelando un anno nero per il morbillo. Negli Stati Uniti sono già stati registrati 1.288 casi, il numero più alto degli ultimi 33 anni. Lo conferma il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), sottolineando che 162 persone sono state ricoverate e 3 sono morte a causa della malattia in un Paese, dove il virus era stato dichiarato ufficialmente eliminato nel 2000. Preoccupante anche la distribuzione geografica: un terzo dei casi è concentrato in una sola contea del Texas. Il boom, spiegano gli esperti, è dovuto in gran parte alla scarsa copertura vaccinale, soprattutto tra i bambini e le fasce di popolazione più vulnerabili, a causa delle posizioni anti-vacciniste di alcuni esponenti politici, come il segretario alla Sanità statunitense Robert Kennedy, noto per le sue critiche alla vaccinazione, che stanno contribuendo a creare un clima di sfiducia.

Europa in allerta: raddoppiano i casi anche in Italia

  Il fenomeno non riguarda solo l’America: anche in Europa e in Italia si registrano dati in forte crescita. Secondo una recente analisi OMS e Unicef, nel 2024 si sono registrati oltre 127mila casi di morbillo, il doppio rispetto al 2023 e il dato più alto dal 1997. L’Italia non fa eccezione: nel solo mese di maggio i casi sono quasi raddoppiati rispetto ad aprile, passando da 37 a 65. Dall'inizio dell'anno, i contagi in Italia sono stati 334, e oltre il 90% dei casi ha riguardato persone non vaccinate. La fascia di età più colpita è quella dei bambini sotto i cinque anni, che restano anche i più vulnerabili alle complicanze.

Vaccinazioni: coperture ancora troppo basse in molte regioni italiane

 Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, la copertura vaccinale per il morbillo nei bambini nati nel 2021 è al 94,64%, appena sotto la soglia di sicurezza del 95% raccomandata dall’OMS. Tuttavia, persistono ampie differenze regionali: si va dal 97,33% della Toscana all’83,81% della Provincia di Bolzano. Anche tra bambini più grandi e adolescenti si registrano coperture inferiori al necessario, soprattutto nei richiami previsti a 5-6, 8, 16 e 18 anni. Un dato che favorisce la riemersione di focolai epidemici.

Lo studio: i vaccini riducono i decessi del 60% nelle emergenze

 Un recente studio del Burnet Institute australiano, pubblicato sul British Medical Journal Global Health, conferma l’importanza della vaccinazione come strumento di prevenzione. Le campagne vaccinali abbiano salvato milioni di vite nei Paesi a basso reddito, prevenendo fino al 60% dei decessi da malattie infettive come morbillo, colera ed Ebola. L’impatto positivo delle vaccinazioni si riflette anche in termini economici: si stima che tra il 2000 e il 2023 i benefici economici derivanti dalla risposta vaccinale abbiano superato i 32 miliardi di dollari.

Gli esperti: "Il morbillo non è una malattia banale"

 Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, commenta così all'Ansa: "Il morbillo non è una malattia banale, come molti pensano. Può causare complicazioni gravi, soprattutto nei bambini piccoli, ed è ancora responsabile di oltre 100.000 morti l’anno nel mondo". L’appello degli infettivologi è chiaro: completare il ciclo vaccinale, inclusa la seconda dose di richiamo, e verificare la propria copertura prima di viaggi all’estero, soprattutto in vista delle vacanze estive.

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