Migranti, Antonio Tajani porta il piano italiano al dei consigli ministeri degli Esteri Ue
Sul tavolo il "Piano Marshall" per il Continente Nero che prevede accordi con Libia, Tunisia, Marocco Niger e altri Paesi del Sahel, in modo da gestire i flussi migratori già nei Paesi d'origine
La questione migranti sarà per Antonio Tajani il principale problema sul tavolo al suo esordio come ministro al consiglio dei ministeri degli Esteri dell'Ue.
"Alla luce dei recenti eventi e su richiesta esplicita dell'Italia" ai lavori del Consiglio si parlerà di migranti e Ong, ha fatto sapere la Farnesina. Tajani, pur ribadendo le ragioni di Roma, sembra tenere una mano ai francesi: "Siamo pronti a parlare con Parigi ea chiudere una polemica che non è partita da noi" ha detto. All'ordine del giorno anche la guerra in Ucraina, la situazione nei Balcani e nella regione africana dei grandi laghi, possibili nuove sanzioni all'Iran.
Tajani, intanto, ha rilanciato una sorta di "Piano Marshall" per l'Africa che prevede accordi con Libia, Tunisia, Marocco Niger e altri Paesi del Sahel. Accordi, sulla falsariga di quanto accaduto in Turchia - per la quale l'Unione Europea stanziò 6 miliardi di euro - per porre un freno alla migrazione sulla rotta balcanica, che consentirebbero di gestire i flussi migratori direttamente nei Paesi di partenza, realizzando hotspot in Africa, così come più volte proposto dal premier, Giorgia Meloni. Da lì poi si potrebbe avviare una selezione delle richieste di asilo e allocare i migranti equamente tra i 27 Stati che fanno parte dell'Unione Europea.
Un'altra delle proposte alle quali si sta lavorando, e che probabilmente sarà sul tavolo del vertice dei ministeri degli Esteri europei, è quella di redigere un codice di condotta europea per le Ong, partendo magari dal testo varato già nel 2017 dall'allora ministro dell'Interno italiano, Marco Minniti, Paesi che trovò il sostegno di gran parte dei dell'Unione, Francia. All'epoca furono poche le organizzazioni a sottoscrivere il documento. Tra loro non c'erano né Medici Senza Frontiere né Sos Méditerranée, le due Ong che stanno attualmente operando nel Mediterraneo con le loro rispettive navi.
Tra le regole previste dal codice c'era, per esempio, l'impegno a non entrare in acque libiche, quello a "non effettuare comunicazioni o inviare segnalazioni luminose per agevolare la partenza e l'imbarco di natanti che trasportano migranti" anche ma quello a "non salvare le persone soccorse". Infine anche la disponibilità a far salire a bordo funzionari di polizia giudiziaria.
Più in generale, l'Italia ha già chiesto all'Europa di obbligare gli Stati che concedono la bandiera alle imbarcazioni delle organizzazioni umanitarie a occuparsi della redistribuzione dei migranti salvati nel Mediterraneo dalle rispettive navi. Una proposta nero messa su bianco in una dichiarazione congiunta tra Italia, Malta, Cipro e Grecia e perorata dallo stesso ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che proprio è tornato a ribadire che "nel nostro Paese si entrerà solo legalmente".
Francia: "Richiameremo Ue a unità e responsabilità Paesi" - La sottosegretaria francese per gli Affari europei, Laurence Boone, arrivando al Consiglio Affari Esteri Ue, ha dichiarato: "Nel corso della riunione sarà evocata la questione migratoria. Io farò un richiamo" alla necessità "dell'unità dell'Ue, della responsabilità per le vite umane e della solidarietà tra gli europei". Poi ha aggiunto: "Ne approfitterò per ringraziare i Paesi che aiutano la Francia ad accogliere i rifugiati".
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