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Migranti, Francia: se l'Italia non accoglie le navi niente ricollocamenti

"I Paesi del Sud devono aprire porti alle Ong", avverte Parigi
 

Migranti, Francia: se l'Italia non accoglie le navi niente ricollocamenti - foto 1
Afp

Sulla questione migranti, la Francia avverte l'Italia.

"Se Roma non prende le navi e non accetta la legge del mare e del porto più sicuro, non c'è motivo che i Paesi che fanno i ricollocamenti siano Francia e Germania", ha sottolineato il ministro degli Interni francese, Gerald Darmanin, al Consiglio straordinario dei ministri europei degli Interni a Bruxelles dedicato all'immigrazione.

 

I Paesi come "Francia e Germania sono quelli che accolgono le navi e sono gli stessi che accolgono direttamente i migranti dall'Africa e dall'Asia", ha ricordato Darmanin.

 

"I Paesi del Sud devono aprire porti alle Ong" - "È anche nei 10 punti del piano della Commissione europea il fatto che dobbiamo ricordare a tutti il diritto del mare, menzionare il fatto che le Ong che sono nel Mediterraneo ovviamente sono lì per salvare le persone e ovviamente in nessun modo possono essere equiparate a organizzazioni di passaggio. E va ricordato - ha sottolineato Darmanin -che i Paesi del Sud del Mediterraneo dovrebbero aprire i loro porti alle imbarcazioni, soprattutto delle Ong, che navigano nelle acque territoriali dei paesi del sud del Mediterraneo, perché a volte non vengono aperti i porti".
 

Il caso Ocean Viking - Sul tema migranti i rapporti tra il nostro Paese e Parigi sono stati tesi. Tutto nasce dal caso Ocean Viking, la nave con a bordo 231 migranti, respinta dall'Italia e poi approdata in Francia, nel porto di Tolone. Il governo francese inizialmente aveva deciso di sospendere l'accoglienza prevista di 3.500 rifugiati da Roma e di rafforzare i controlli alle frontiere con l'Italia. 

 

 

Italia: "Ora di agire" - Nel corso della riunione straordinaria dei ministri dell'Interno europei l'Italia esporrà la sua posizione rispetto alle linee programmatiche contenute nel Piano d'Azione in 20 punti presentato dalla Commissione Europea il 21 novembre. L'Italia non presenterà un piano per punti. La convocazione di un consiglio straordinario e la bozza di Piano d'Azione proposta dalla Commissione europea rappresentano, tuttavia, "un segnale di grande attenzione per le esigenze dell'Italia. La situazione impone però di agire con tempestività".

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