L'italiano ha perso la vita sul Pik Pobeda (7.439 metri) nel tentativo di portare aiuto a una collega russa bloccata
Sono state sospese, per le avverse condizioni climatiche, le operazioni di recupero della salma di Luca Sinigaglia e degli altri due scalatori, che erano con lui sul Pik Pobeda (7.439 metri), anche noto come Picco della Vittoria, la vetta più alta della catena del Tian Shan, al confine tra Kirghizistan e Cina. Secondo quanto riporta l'agenzia Tass, le operazioni potrebbero riprendere il 25 agosto. Il corpo di Sinigaglia, travolto da una bufera di neve, è a circa 6.900 metri. Il 49enne, originario di Milano, ha perso la vita nel tentativo di soccorrere un'alpinista russa, Natalia Nagovitsina, bloccata in cima per una gamba rotta.
I soccorritori hanno sospeso anche le ricerche della donna. La squadra di soccorso si è fermata, infatti, a quota 6.100 metri. Nagovitsina, impossibilitata a muoversi per la frattura dell'arto, si trova a circa 7.200 metri di quota dal 12 agosto. Secondo le autorità locali, con il passare dei giorni si affievoliscono le speranze di trovarla ancora in vita.