Il racconto

Dentro i bunker di Tel Aviv, la testimonianza di una ragazza al riparo dagli attacchi missilistici

A "Diario del giorno" le immagini di un rifugio che fa da riparo ai civili durante un allarme missilistico

17 Giu 2025 - 17:40
 © Da video

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Mentre prosegue il conflitto in Medioriente, diverse sirene d'allarme stanno suonando a Tel Aviv e in numerose aree di Israele per il lancio di missili dall'Iran. A "Il Diario del Giorno" Revital Rachmani, una ragazza che si trova a Tel Aviv, racconta dall'interno di un bunker, il funzionamento di questi luoghi che permettono alle persone di ripararsi durante gli attacchi missilistici.

Il racconto

 "Abbiamo ricevuto una notifica direttamente sul telefono che ci diceva che tra poco potrebbe esserci un missile", racconta al programma di Rete 4 Revital Rachmani. E prosegue: "Abbiamo poi ricevuto un'altra notifica dall'applicazione del Fronte di Comando Interno che ci diceva di andare in un bunker e ora ci ha detto che possiamo uscire: siamo stati qui per circa 20 minuti". Riguardo alle persone che sono con lei all'interno del bunker, la ragazza spiega: "Ci sono delle persone che abitano nel mio palazzo e anche alcuni che abitano nel vicinato, perché noi siamo uno dei pochi bunker condominiali qui e tutti i vicini stanno venendo da noi, per questo che c'è un po' di casino. Non c'è tanto spazio per tutti, però l'importante è che tutti si mettano al sicuro".

"Staremmo tutti in questo spazio anche se il tempo dell'allarme fosse più lungo, non ci sono tante opzioni per noi, per chi magari non ha un bunker nella casa. Bisogna proteggersi il più possibile e si deve entrare in questi posti", continua Revital Rachmani. Oltre allo spazio, non secondario è il problema delle provviste di cibo e acqua. "Ognuno si porta i proprio viveri, ma l'acqua c'è sempre. Abbiamo sempre una borsa delle emergenze con passaporti, vestiti, acqua, portafoglio e tutti i beni di prima necessità. È una situazione molto strana, ci vediamo con i vicini praticamente tre volte al giorno: la notte, la mattina e il pomeriggio", spiega la ragazza. E aggiunge: "Siamo tutti stanchi ed esauriti, ma siamo abituati a questa situazione. Stare insieme in un bunker porta quasi a diventare una grande famiglia. Abbiamo paura, ma cerchiamo di aiutarci a vicenda. Cerco di vivere giorno per giorno e vedere che cosa succederà. È una situazione necessaria perché è una guerra di sopravvivenza anche per lo Stato, ma dall'altro lato ne stiamo pagando anche le conseguenze". Infine, Revital Rachmani mostra la struttura del bunker in cui spesso si rifugia: "Si trova un piano sotto rispetto al piano terra. Nel nostro bunker non c'è tante cose, ma la gente ha cominciato a portare più sedie, ventilatori e del cibo. Per respirare c'è una piccola finestra che ci aiuta a respirare".

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