Israele, il piano in tre fasi: "ripulire" le zone attaccate, entrare via terra a Gaza e sradicare Hamas
Secondo gli esperti, l'ennesima guerra scoppiata in Medio Oriente non sarà di breve durata
Per Israele la risoluzione della guerra contro Hamas passa per tre fasi ben distinte: la "pulizia" delle zone attaccate, l'invasione via terra della Striscia di Gaza e lo sradicamento dei capi e membri di Hamas.
Secondo quanto ricostruito sul quotidiano israeliano Haaretz dall'analista Anshel Pfeffer, la guerra scoppiata alle 06:30 del 7 ottobre, con il lancio di 5mila razzi dalla Palestina contro lo Stato ebraico, sarà lunga.
La prima fase
La prima fase del piano di Israele consiste nel rastrellare le zone attaccate e nello scovare e uccidere i terroristi riusciti a infiltrarsi nel territorio, nonostante il muro costruito al confine con la Palestina. Questo, viene spiegato sul Corriere della Sera, è necessario anche per permettere l'identificazione e la sepoltura delle persone uccise, ad oggi oltre mille.
Fotogallery - Da Sderot e Gaza, la guerra tra Israele e Hamas semina morte e distruzione
La seconda fase
In seconda battuta bisogna pianificare e compiere un attacco di terra a Gaza. I carrarmati hanno accerchiato i 42 chilometri di lunghezza e gli 8-9 di larghezza della Striscia. I soldati che si stanno ammassando attorno alla zona sono 300mila. Nel frattempo, l'obiettivo sarebbe quello di spingere, attraverso i bombardamenti, la popolazione palestinese verso sud.
La terza fase
La terza fase, infine, consiste nell'individuare ed eliminare i capi e i membri di Hamas, verso la quale, assicura l'esercito israeliano, non c'è più tolleranza perché, parole del primo ministro, è "come l'Isis". Intervistato dal New York Times, un generale israeliano ha sottolineato che "è un livello di brutalità che non avevamo mai visto da quando Israele è stato fondato. Adesso dobbiamo cambiare l'intera dottrina che riguarda Gaza. Hamas non può più esistere".
Nessuna tolleranza con i nemici al confine
Non solo la striscia di Gaza: Israele non ha intenzione di tralasciare nessun dettaglio. Tra le mire dello Stato ebraico, infatti, ci sono anche i nemici che si trovano al confine. Si tratta in particolare di Siria e Libano. Come riportato da Repubblica, fino ad ora almeno una volta al mese i jet dell'esercito di Netanyahu hanno colpito gli aeroporti di Damasco e Aleppo perché sarebbero usati dall'Iran per il trasferimento di armi. Questa volta, invece, l'attacco è stato simultaneo, per mettere almeno momentaneamente fuori gioco i nemici al confine e lanciare un messaggio ben chiaro. Israele ha intenzione di distruggere anche i cosiddetti "sponsor" di Hams e quindi l'Iran e il cosiddetto Asse della Resistenza, che comprende Hezbollah in Libano, il regime di Assad in Siria, gli Houthi in Yemen e le milizie sciite in Iraq.
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