© Ansa
© Ansa
Sganciate 50 bombe, distrutto il porto di Hodeida. Netanyahu: "Siamo alla vigilia di un'invasione massiccia di Gaza"
di Redazione online© Ansa
© Ansa
La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria, Iran e Yemen, è giunta al giorno 577. In risposta al missile lanciato domenica dagli Houthi sull'aeroporto Ben Gurion, la reazione israeliana non si è fatta attendere. Le Idf hanno lanciato un massiccio attacco contro la città portuale di Hodeida, coadiuvate dagli Usa. Secondo il canale al Masirah, affiliato agli Houthi, il bilancio dell'attacco è di almeno due morti e 42 feriti. Sono state sganciate almeno 50 bombe, che hanno distrutto il porto della città controllata dagli Houthi e gli impianti che producevano armi. Intanto, il gabinetto israeliano ha approvato all'unanimità il piano per espandere le operazioni militari a Gaza. Prevista l'occupazione della Striscia e il mantenimento dei territori, lo spostamento della popolazione verso sud, la negazione ad Hamas della possibilità di distribuire rifornimenti umanitari e attacchi violenti contro i miliziani palestinesi. L'esercito avverte: "Con l'escalation possiamo perdere gli ostaggi". L'Ue esprime subito la sua preoccupazione per un progetto che "rischia di causare altre vittime e sofferenze al popolo palestinese" e chiede a Tel Aviv di ritirarlo e di revocare il blocco degli aiuti. Ma il premier Netanyahu è netto: "Siamo alla vigilia di un'invasione massiccia". E a Gerusalemme molti manifestanti scendono in strada per protestare contro il governo e l'allargamento delle operazioni militari nella Striscia. Scontri con le forze dell'ordine.
E' di almeno due morti e 42 feriti l'ultimo bilancio dell'attacco israeliano lanciato oggi alla fabbrica Ajal nella provincia di Hodeida, nello Yemen. Lo riporta il canale al Masirah, affiliato agli Houthi, citato da Ynet e dall'agenzia russa Tass.
"La gente di Gaza è affamata, li aiuteremo ad avere cibo". Lo ha detto Donald Trump senza entrare nel dettaglio. "I palestinesi sono stati trattati molto male da Hamas", ha aggiunto il presidente americano.
Diverse persone sono morte e altre rimaste ferite nel maxi attacco israeliano sulla città yemenita di Hodeida.
I caccia israeliani hanno sganciato una cinquantina di bombe, distruggendo il porto di Hodeida e gli impianti di produzione di cemento che venivano utilizzati per la produzione di armi da parte degli Houthi. "Questo è un attacco molto forte, e non sarà l'ultimo. I giochi sono finiti", ha riferito una fonte dell'esercito. Nel porto sono arrivate per anni le armi inviate agli Houthi dall'Iran. Dall'inizio della guerra a Gaza, questo è il sesto raid delle Idf in Yemen.
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, è "allarmato" dal piano israeliano di "conquistare" Gaza. Lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq.
L'esercito israeliano, coadiuvato dagli Usa, ha attaccato la città costiera di Hodeida, nello Yemen controllato dagli Houthi.
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha accusato il premier israeliano Benjamin Netanyahu di aver tentato di trascinare gli Stati Uniti nel "disastro" in Medioriente, mettendo in guardia contro qualsiasi tentativo di attaccare l'Iran. Secondo il capo della diplomazia di Teheran, Netanyahu ha tentato di "dettare sfacciatamente cosa Donald Trump può e non può fare nella sua diplomazia con l'Iran".
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha pubblicato un nuovo video in cui risponde a domande poste dal suo ufficio stampa in cui fa riferimento alla decisione di non istituire una commissione statale d'inchiesta sul 7 ottobre, affermando: "Dobbiamo farlo, ma alla fine della guerra. Siamo alla vigilia di un'invasione massiccia di Gaza, secondo le raccomandazioni dello Stato maggiore. Poi la esamineremo, e sarà necessario un esame politico, a partire dal primo ministro e dallo staff. Lo esigo. Perché ciò accada, è necessario che si tratti di una commissione accettabile per l'intera opinione pubblica", ha detto.
Manifestanti hanno bloccato alcune strade di fronte a Kiryat HaMemshala, il complesso governativo a Gerusalemme protestando contro l'approvazione dell'ampliamento dell'operazione militare nella Striscia di Gaza. Secondo i media israeliani, si sono verificati scontri tra manifestanti e forze di polizia arrivate sul posto.
Un alto funzionario della Difesa israeliano in un briefing con la stampa ha spiegato che l'Idf lancerà una nuova offensiva a Gaza se un accordo con Hamas sul rilascio degli ostaggi e la tregua non verrà raggiunto emtro la conclusione della vista del presidente Usa in Medio Oriente.
"Chiediamo a Israele di revocare il blocco degli aiuti a Gaza". Lo ha ribadito il portavoce della Commissione Ue per gli Affari esteri Anouar El Anouni nel corso del briefing quotidiano con la stampa. "L'Unione europea è preoccupata dalla prevista estensione dell'operazione delle forze armate israeliane a Gaza, che causerà ulteriori vittime e sofferenze alla popolazione palestinese. Esortiamo Israele a esercitare la massima moderazione", ha aggiunto il portavoce.
Il ministro di ultradestra Bezalel Smotrich ha dichiarato che "Israele si appresta finalmente a conquistare la Striscia di Gaza" e che "non bisogna più temere la parola 'occupazione'". Ha aggiunto: "Dal momento in cui inizia il controllo territoriale, non ci sarà alcun ritiro dalle aree conquistate, nemmeno in cambio degli ostaggi. L'unico modo per liberarli è sconfiggere Hamas. Ogni ritiro ci riporterebbe al 7 ottobre". Smotrich ha inoltre affermato che "gli ostaggi sono in pericolo ogni istante in cui restano nelle mani di Hamas" e che "Israele sta facendo tutto il possibile per proteggerli".
Israele ha comunicato alle Nazioni Unite che ricorrerà a società di sicurezza private per controllare la distribuzione degli aiuti a Gaza. È quanto risulta da un memorandum interno circolato fra i gruppi di aiuti umanitari e visionato da Associated Press. L'Onu ha affermato che non parteciperà al piano così come gli è stato presentato, sostenendo che viola i principi fondamentali delle Nazioni Unite. Il documento, che è stato mandato alle organizzazioni umanitarie domenica, riporta i dettaglia di una riunione fra l'organismo israeliano della difesa incaricato di coordinare gli aiuti a Gaza, il Cogat, e l'Onu. Secondo il piano del Cogat, tutti gli aiuti entreranno a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom, consentendo l'ingresso di circa 60 camion al giorno e distribuendo 20 chilogrammi di pacchi di aiuti direttamente alla popolazione il giorno dell'ingresso, anche se il contenuto dei pacchi non è chiaro, così come il numero di persone che avranno accesso agli aiuti. Si dice poi che gli aiuti saranno distribuiti in centri logistici gestiti da società di sicurezza private. Il memorandum afferma che per identificare i palestinesi nei centri sarà utilizzato il riconoscimento facciale e che avvisi via sms informeranno le persone nella zona che possono ritirare gli aiuti. Gli operatori umanitari sottolineano che il piano di centralizzare gli aiuti, invece di consegnarli ai palestinesi dove si trovano, costringerà le persone ad abbandonare le loro case.
Hamas accusa Israele di usare gli aiuti umanitari come mezzo di "ricatto politico".
Le Nazioni Unite hanno respinto il piano approvato da Israele per la ripresa della consegna di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, perché "viola i principi umanitari fondamentali e sembra concepito per rafforzare il controllo sui beni di prima necessità come tattica di pressione, nell'ambito di una strategia militare". In una nota, l'Ufficio Onu per gli aiuti umanitari ha definito questo piano "pericoloso", perché "spinge i civili in zone militarizzate per avere le razioni, minaccia vite umane, comprese quelle degli operatori umanitari, consolidando ulteriormente allo stesso tempo lo sfollamento forzato".
Il capo di stato maggiore israeliano Eyal Zamir ha avvertito i ministri del governo di Benyamin Netanyahu che la nuova operazione a Gaza - che prevede un'escalation delle azioni militari e l'occupazione della Striscia - potrebbe mettere in pericolo gli ostaggi ancora nell'enclave: "Israele potrebbe perdere gli ostaggi se lancia un'operazione su larga scala nella Striscia", ha detto. Lo riferisce Channel 13.
L'agenzia di protezione civile di Gaza, controllata da Hamas, ha dichiarato che due attacchi aerei israeliani hanno ucciso almeno 19 persone nel nord del territorio palestinese devastato dalla guerra. "Le nostre squadre hanno trovato 15 martiri e 10 feriti, per lo più bambini e donne, dopo un attacco israeliano su tre appartamenti" a nord-ovest di Gaza City, ha dichiarato il portavoce dell'agenzia, Mahmud Bassal, aggiungendo che altre quattro persone sono state uccise e quattro ferite in un attacco su un'abitazione nella città di Beit Lahiya, nel nordovest.
Il Ministero degli Esteri iraniano ha respinto come "infondate" le accuse secondo cui ci sarebbe Teheran dietro le azioni militari degli Houthi, che hanno attaccato l'aeroporto di Tel Aviv. Il sostegno dello Yemen ai palestinesi è "una decisione indipendente, radicata nella solidarietà umana e islamica del popolo yemenita" e che collegarlo all'Iran è una "affermazione ingannevole", ha detto il ministero in una nota citata da Mehr, accusandole forze armate Usa di "essere entrate in guerra contro il popolo dello Yemen per sostenere il genocidio commesso dal regime sionista e ad aver commesso crimini di guerra" con i raid in Yemen.
Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato all'unanimità un piano per espandere le operazioni militari nella Striscia di Gaza. Lo riporta Haaretz. Secondo il quotidiano israeliano, il gabinetto ha approvato anche un piano per consentire l'ingresso di aiuti umanitari e la loro distribuzione nella Striscia di Gaza tramite aziende private.
I ribelli Houthi dello Yemen hanno affermato che una decina di attacchi attribuiti agli Stati Uniti hanno preso di mira la capitale Sanaa e le aree circostanti, in un momento in cui Washington conduce una campagna di bombardamenti quasi quotidiana contro il gruppo armato filoiraniano. Secondo l'agenzia di stampa ribelle Saba, "due attacchi nemici statunitensi hanno preso di mira Arbaeen Street" a Sanaa e "un altro la strada dell'aeroporto". Saba aveva già segnalato due precedenti attacchi attribuiti ad "aggressione americana" e altri sette raid nei pressi della capitale.
I ribelli Houthi dello Yemen hanno annunciato che avrebbero "preso di mira gli aeroporti israeliani" e hanno invitato le compagnie aeree a "cancellare i loro voli" per Israele, poche ore dopo che un missile lanciato dal loro territorio ha brevemente interrotto il traffico aereo presso l'aeroporto principale di Israele. "Le forze armate yemenite prenderanno di mira gli aeroporti (israeliani), in particolare quello di Lod, chiamato Ben Gurion", vicino a Tel Aviv, ha dichiarato in una nota il portavoce militare, Yayha Saree, invitando "tutte le compagnie aeree internazionali a prendere in considerazione questa dichiarazione dal momento in cui è stata annunciata e pubblicata, cancellando i loro voli verso gli aeroporti nemici" in Israele.