sale la rabbia contro il regime

Guerra Israele-Iran, in fuga da Teheran senza rifugi: "Impreparati all'inferno"

In tanti abbandonano la capitale per salvarsi dai missili di Tel Aviv, mentre il bilancio provvisorio è di oltre 200 morti per il ministero della Salute. Monta la rabbia contro il regime

15 Giu 2025 - 22:40
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Teheran piange le sue vittime uccise dalle bombe iraniane e scioccata cerca di difendersi dalle incursioni dei jet con la Stella di David, che ormai da tre giorni portano dal cielo distruzione e morte. Chi può lascia la capitale, chi non è in grado di farlo si sente in trappola, alla ricerca di rifugi in cui proteggersi. Ma non ci sono i Mamad, le safe room delle case israeliane. E neanche ricoveri di emergenza. Si scappa in cantina, si cerca riparo nei tunnel. "Non eravamo pronti per questo inferno. Siamo impotenti". Oltre 200 le vittime per il ministero della Salute. E sale la rabbia contro il regime.

Attacco all'Iran, palazzi distrutti a Teheran per colpire vertici militari e scienziati

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Cresce la rabbia contro il regime

 Sui social media, gli utenti ripubblicano le dichiarazioni della portavoce del governo Fatemeh Mohajerani, che ha invitato la popolazione a rifugiarsi in moschee, scuole e metropolitane. "Moschee? Scuole? Ci sta prendendo in giro? La mia casa era più forte di loro, ma ora è in parte danneggiata", grida una giovane donna in preda al panico per strada, poco dopo che un missile ha colpito un edificio vicino al suo palazzo in via Niroo-Havai.

Mentre cerca sua madre, racconta angosciata: "Non eravamo pronti per questo inferno. Siamo impotenti". La questione dei rifugi è virale in questi giorni tra gli iraniani sui social media. C'è chi sostiene che in Israele le sirene risuonino al momento dell'attacco iraniano e che la gente venga indirizzata ai rifugi. In Iran invece a nessuno importa della vita delle persone, perché - denunciano - non c'è un sistema di allarme né un posto sicuro dove stare durante i raid.

"Dobbiamo rifugiarci in tunnel e scantinati. Non abbiamo nessun posto dove andare", scrive un utente sui social. "I funzionari hanno sempre affermato con sicurezza di essere pronti per qualsiasi guerra, ma sembra che abbiano dimenticato la necessità di preparare la città per una guerra del genere, almeno con alcuni luoghi sicuri, sirene o distribuendo opuscoli su cosa la gente dovrebbe fare durante una crisi come questa", afferma un padre di famiglia a Teheran, mentre fa rifornimento in una stazione di servizio per lasciare la città.

Anche il sindaco di Teheran, Mehdi Chamran, ha ammesso che purtroppo non ci sono abbastanza rifugi nella capitale, così come nelle altre città iraniane e, per ora, l'unico posto dove andare sono le metropolitane che, però, non sono adatte a resistere alle bombe. Una situazione ben diversa dai tempi del conflitto Iran-Iraq degli anni '80.

L'Organizzazione per la Gestione delle Crisi di Teheran ha esortato i residenti a cercare rifugio nei parcheggi sotterranei, spiegando che i ricoveri di crisi della città sono stati progettati solo per i terremoti, non per la guerra. L'immagine di Teheran domenica è molto diversa dai giorni precedenti e l'atmosfera è sempre più cupa: alcuni cercano i propri cari tra le macerie, attoniti davanti ai palazzi crollati, mentre nelle strade meste code di auto cercano di lasciare la capitale. Altri inseguono la normalità, andando a fare la spesa ma senza togliere gli occhi dal cielo, temendo il rombo dei caccia: le famiglie si muovono insieme, per paura di separarsi e non ritrovarsi in caso di attacco.

Dall'esercito ai missili, dalle navi agli aerei: arsenali a confronto tra Israele e Iran

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Mentre si contano i morti

 Gli attacchi israeliani contro l'Iran hanno ucciso almeno 224 persone nel Paese da venerdì, riferisce il ministero iraniano della Salute. Per Human Rights Activist, un'organizzazione per i diritti umani basata a Washington, il bilancio sarebbe di 406 morti e oltre 650 feriti. E gli iraniani imputano questi ultimi numeri, destinati drammaticamente a salire, proprio alla mancata preparazione ad affrontare l'emergenza, facendo notare che in Israele sono morte solo poco più di una decina di persone grazie ai loro sistema di allarme e di luoghi in sicurezza.

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