La missione navale diretta verso Gaza alimenta tensioni e diplomazia: Italia critica l'iniziativa, mentre altri Paesi europei e Bruxelles invocano sicurezza e rispetto del diritto internazionale
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Un nuovo fronte diplomatico si apre in Europa attorno alla Global Sumud Flotilla, la missione navale di attivisti diretta verso Gaza nel tentativo di consegnare aiuti umanitari nonostante il blocco israeliano. Secondo gli organizzatori, la Flotilla ha già subito episodi di disturbo in mare e attacchi con droni, che hanno danneggiato qualche imbarcazione ma non causato vittime gravi. La spedizione ha suscitato reazioni divergenti tra i governi europei, con l'Italia che ha ritirato il supporto navale e richiama all'interruzione, mentre altre capitali e Bruxelles oscillano tra prudenza diplomatica, richiami al diritto internazionale e appelli per la protezione dei civili. Intanto i media globali (BBC, Guardian, Le Monde, Al Jazeera) mantengono un'attenzione costante, sottolineando l'elevato rischio di una crisi in mare e la dimensione simbolica della missione.
L'Italia ha mutato la propria linea operativa: dopo aver fornito inizialmente una scorta con la fregata Alpino, ha deciso di non accompagnare la Flotilla oltre le 150 miglia nautiche da Gaza. Il premier Giorgia Meloni ha esortato gli attivisti a fermarsi, sostenendo che un confronto diretto con Israele rischia di destabilizzare un fragile equilibrio regionale e ostacolare sforzi diplomatici per la pace. Il governo ha proposto che gli aiuti siano sbarcati in un porto a Cipro, da dove poi potrebbero essere trasferiti via terra nella Striscia di Gaza — proposta respinta dai promotori della spedizione. Questa scelta è stata criticata da forze dell'opposizione, che accusano l'esecutivo di distanziarsi da una missione umanitaria.
La Spagna sembra una delle capitali con la posizione più attiva a favore della Flotilla. Il governo spagnolo ha inviato un'imbarcazione da Cartagena per assistere la missione in mare, ufficialmente con funzioni di salvataggio e protezione. Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha affermato che il dispiegamento spagnolo non costituisce una minaccia per Israele, in quanto il suo scopo è esclusivamente umanitario e legato alla salvaguardia delle vite a bordo. Madrid ha inoltre figurato tra i 16 Paesi che hanno firmato un comunicato congiunto esortando ad astenersi da attacchi contro la Flotilla e richiedendo il rispetto del diritto internazionale.
La Germania mantiene una posizione più prudente, evitando impegni navali diretti. Un portavoce del ministero degli Esteri tedesco ha richiamato Israele a evitare qualsiasi uso della forza contro la Flotilla, sottolineando l'importanza del rispetto del diritto internazionale marittimo. Nonostante la cautela, Berlino partecipa a discussioni europee che chiedono misure di protezione per i civili e trasparenza sulle azioni in mare.
La Francia si è limitata a formule ufficiali: il ministero degli Esteri ha condannato potenziali attacchi in mare contro la Flotilla e ha ribadito l'obbligo di rispettare le convenzioni internazionali.
Tuttavia, non è emersa alcuna decisione di impegno navale da parte di Parigi né un'adesione operativa esplicita alla missione. La strategia francese sembra concentrarsi sul fronte diplomatico, in stretto coordinamento con Bruxelles e i partner Ue.
La Commissione europea ha affermato che un uso della forza contro la Flotilla sarebbe "inaccettabile", esprimendo comprensione per le ragioni umanitarie alla base della missione. Il Parlamento europeo, nel contesto delle sue competenze, ha presentato interrogazioni formali chiedendo alla Commissione di chiarire gli strumenti messi in campo per proteggere i cittadini europei coinvolti e garantire la consegna sicura degli aiuti.
Diverse ONG europee hanno chiesto agli Stati membri di condannare pubblicamente gli attacchi subiti dalla Flotilla e di sostenere l'iniziativa di tutela dei partecipanti.
Lo Stato israeliano ha riaffermato che non permetterà alla Flotilla di avvicinarsi a Gaza, giustificando il blocco navale come misura di sicurezza. Come alternativa, le autorità israeliane hanno indicato che gli aiuti possono essere scaricati in porti israeliani come Ashdod, o in porti di Stati terzi come Cipro, per poi essere trasportati via terra nella Striscia. Inoltre, il ministero degli Esteri israeliano ha accusato la Flotilla di essere finanziata da Hamas, un'accusa respinta vigorosamente dagli organizzatori, che parlano di propaganda e insistono sul carattere esclusivamente umanitario della missione. Secondo fonti mediarie, Israele starebbe preparandosi a intervenire navalmente con forze speciali, incluse operazioni congiunte di comando, pur senza assumere intenzione di rimorchiare tutte le unità della Flotilla.
La copertura esterna riserva un rilievo molto maggiore alla vicenda rispetto ai media italiani: BBC, Al Jazeera, The Guardian e Le Monde hanno dedicato articoli di fondo alla missione, evidenziando i rischi legati a possibili scontri in mare, l'impatto simbolico dell'evento e le tensioni diplomatiche crescenti.
Le Monde descrive gli attacchi con droni e oggetti sganciati dall'alto come "una violenza senza precedenti in mare" nei confronti di una missione civile. AP News e Euronews documentano gli interventi navali italiani e spagnoli, le richieste europee di trasparenza e le critiche alla militarizzazione del blocco israeliano. In Italia, la narrazione ufficiale prevale: si dà spazio soprattutto alle dichiarazioni del governo e alle implicazioni domestiche, con meno approfondimento sul contesto internazionale e sugli elementi meno noti del conflitto.