Attacchi con droni e bombe sonore in acque internazionali. La portavoce italiana denuncia: "Una violazione gravissima". Il ministro Tajani chiede garanzie a Israele
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La Global Sumud Flotilla, una spedizione umanitaria composta da oltre cinquanta imbarcazioni partite da diversi porti del Mediterraneo con destinazione Gaza, è stata colpita da una serie di attacchi in acque internazionali a sud di Creta. Le segnalazioni parlano di droni, bombe sonore, oggetti non identificati e lanci di spray urticanti. L'attacco ha coinvolto almeno tre imbarcazioni - Zefiro, Morgana e Taigete - ma fortunatamente non si registrano feriti tra i membri degli equipaggi.
Secondo quanto riferito dagli organizzatori della spedizione umanitaria, nella mattinata del 24 settembre diversi droni avrebbero sorvolato la zona di navigazione del convoglio causando esplosioni e danni strutturali ad alcune delle imbarcazioni. Tra queste, la Zefiro, che ha subito la distruzione dello strallo di prua a causa di un ordigno. Anche la Morgana, su cui viaggiava la portavoce italiana Maria Elena Delia, ha riportato danni alla vela principale. In un video postato sui social, Delia ha denunciato una "violazione gravissima" compiuta "nella più totale illegalità", chiedendo l'intervento immediato delle autorità italiane e internazionali. In altri filmati si vedono esplosioni e si sentono forti rumori nelle acque internazionali, mentre alcune imbarcazioni lamentano interferenze nelle comunicazioni di bordo.
La portavoce della Flotilla ha confermato che le tre imbarcazioni maggiormente coinvolte sono la Zefiro, danneggiata a prua, la Morgana, colpita alla randa, e la Taigete, raggiunta da un drone senza subire danni visibili. Tutti gli episodi sono avvenuti nel tratto di mare tra Creta e il confine marittimo egiziano, mentre la Flotilla procedeva a velocità moderata verso la Striscia di Gaza. In alcuni casi, i membri degli equipaggi hanno dichiarato di aver perso temporaneamente il contatto radio con le imbarcazioni vicine e di aver udito "rumori metallici sospetti" a bordo, probabilmente legati all'impatto degli ordigni.
"Quello che sta accadendo è senza precedenti e mette a rischio la vita di tutti noi – ha dichiarato Maria Elena Delia in un video postato su X –. Stiamo subendo attacchi con droni e bombe sonore, le comunicazioni sono state bloccate. Abbiamo avvisato la Farnesina e chi di competenza, ma continuiamo a navigare per raggiungere Gaza". Il messaggio della portavoce è stato condiviso da diverse ONG e attivisti coinvolti nella spedizione, che sottolineano come le azioni subite violino “ogni principio del diritto marittimo internazionale”. Il timore, secondo gli organizzatori, è che tali atti siano finalizzati a scoraggiare l'arrivo degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, dove la crisi umanitaria resta gravissima.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, da New York dove si trova per l'Assemblea Generale dell'Onu, ha fatto sapere di aver incaricato l'ambasciata italiana a Tel Aviv di raccogliere informazioni dettagliate su quanto accaduto. Ha inoltre rinnovato la richiesta al governo israeliano di garantire la sicurezza dei cittadini italiani a bordo della Flotilla, sottolineando che ogni operazione militare in acque internazionali deve rispettare "il diritto internazionale e il principio di assoluta cautela". Fonti della Farnesina hanno precisato che l'Italia sta monitorando la situazione e che verranno forniti tutti i supporti necessari per tutelare le persone coinvolte, in stretto coordinamento con le autorità internazionali e le Nazioni Unite.
La Global Sumud Flotilla è un'iniziativa internazionale partita nel 2025 con l'obiettivo di consegnare aiuti umanitari a Gaza, in violazione simbolica del blocco navale imposto da Israele. Le imbarcazioni provengono da porti come Barcellona, Genova, Tunisi e Catania, e sono sostenute da Ong europee e movimenti pacifisti. Non è la prima volta che la spedizione viene colpita: lo scorso 10 settembre, l'imbarcazione Alma era stata attaccata con un ordigno incendiario nel porto tunisino di Sidi Bou Said. In quell'occasione, le autorità locali avevano negato la presenza di droni, parlando di cause accidentali, ma i membri della Flotilla avevano denunciato un'azione intimidatoria. Anche in questa occasione, gli attivisti ribadiscono la loro intenzione di non arretrare. "Ogni attacco non fa che rafforzare il nostro impegno verso Gaza", si legge in una nota pubblicata sui canali ufficiali della Flotilla.
La missione della Flotilla è segnata anche da crescenti tensioni interne. Nelle ultime ore, alcuni attivisti hanno espresso disaccordi pubblici sulla gestione della comunicazione e sulla linea politica del convoglio, accusando l'organizzazione di aver dato troppa enfasi ai volti noti e alla narrazione interna, a scapito della visibilità della crisi umanitaria in corso a Gaza. A sollevare la questione è stato il giornalista e attivista Yusuf Omar, che ha annunciato il proprio ritiro dalla spedizione denunciando "strategie comunicative inefficaci" e un'eccessiva centralità mediatica degli organizzatori.
La sua uscita ha innescato una reazione a catena culminata con la decisione di Greta Thunberg di lasciare il consiglio direttivo della Global Sumud Flotilla. L'attivista svedese ha spiegato di non condividere le modalità con cui il gruppo ha gestito le recenti comunicazioni, ritenute troppo "autoreferenziali", e ha chiesto un ritorno dell'attenzione pubblica "sulle condizioni di Gaza e non sulle dinamiche interne". Thunberg ha comunque confermato il proprio impegno nella missione, scegliendo di proseguire a bordo di un'altra imbarcazione in veste di semplice attivista. La sua uscita dal vertice dell'organizzazione ha riacceso il dibattito sull'identità politica della Flotilla e sui rischi di frammentazione.
Le polemiche si sono ulteriormente amplificate dopo che alcuni post pubblicati da membri dell'organizzazione sono stati accusati di contenere posizioni ostili nei confronti della comunità LGBTQ+, generando forte disapprovazione tra sostenitori e osservatori internazionali. Diversi attivisti hanno chiesto chiarimenti, mentre Thunberg, pur senza esplicitare riferimenti diretti, ha sottolineato in un post l'importanza di "una solidarietà che non discrimini e che sia veramente universale". La direzione della Flotilla non ha ancora rilasciato un commento ufficiale sulle accuse, ma ha ribadito in una nota che "l'obiettivo principale resta la consegna degli aiuti umanitari a Gaza". Il caso, tuttavia, ha evidenziato le fragilità di una missione che si confronta non solo con pressioni esterne, ma anche con divergenze interne sempre più marcate.