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Francia, caos gilet gialli: saltato il negoziato con il governo

Conto alla rovescia in vista della "temuta" manifestazione programmata per sabato

Francia, caos gilet gialli: saltato il negoziato con il governo - foto 1
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Situazione tesissima a Parigi dove la protesta dei gilet gialli diventa esplosiva e lo spiraglio che si era aperto domenica con l'offerta di un negoziato con 10 portavoce del movimento si è subito richiuso.

Minacciati dagli elementi più radicali, i "gilet gialli liberi" hanno rinunciato. Ed è cominciato così il conto alla rovescia verso un altro sabato di manifestazioni ribattezzato "Atto 4°, scioglimento del Parlamento".

L'apertura di Macron e la paura dei "gilet gialli moderati" - Emmanuel Macron, che domenica aveva dato disposizione al Primo ministro Edouard Philippe di ricevere i gilet gialli disponibili al dialogo, ha convocato nella serata di lunedì una riunione d'emergenza con i principali ministri ed ha rinviato una visita all'estero, in Serbia. Il premier sarebbe stato autorizzato dal presidente a fare "un gesto", una concessione tale da invitare i moderati al dialogo e spezzare così il fronte della protesta. Ma alcuni dei leader che aveva teso la mano, come Jacline Mouraud e Benjamin Cauchy, ora hanno paura. Hanno ricevuto minacce di morte, anche nei confronti dei familiari. Troppa pressione, alcuni di loro hanno spiegato il rifiuto anche con il fatto che il governo non ha soddisfatto la precondizione richiesta, il congelamento dell'aumento delle tasse sul carburante.

Il "dissidente": "Vado a trattare" - David Tan, tassista di Nantes, è l'unico tra i 10 portavoce dei gilet gialli "liberi", che martedì sarà a palazzo Matignon dal premier Edouard Philippe, nonostante anche lui abbia ricevuto minacce. "Alcuni hanno ricevuto molte minacce di morte, intimidazioni e messaggi sui social network. Io andrò e parlerò con calma - ha spiegato infatti Tan -. Elencherò le nostre rivendicazioni. Ci sono tanti pensionati che mi contattano perché io faccia le richieste al primo ministro. Io sono non violento, pacifista e apolitico".

Un morto e un ferito grave - Intanto nel Paese continuano i blocchi stradali, una donna di 80 anni è morta a Marsiglia per le conseguenze di un lacrimogeno che le era piovuto in casa durante i disordini, mentre un manifestante rimasto ferito a Tolosa si starebbe aggravando in modo irreversibile. Si inasprisce il blocco delle raffinerie e dei depositi di carburante, sono infatti già centinaia le pompe di benzina con problemi di approvvigionamento.

Il conto alla rovescia per la manifestazione di sabato - Mentre continuano le accuse e le polemiche per come è stato organizzato sabato scorso l'ordine pubblico a Parigi, è partito il conto alla rovescia in vista di un nuovo appuntamento con i gilet gialli fra 5 giorni. In assenza di una soluzione politica, si teme da molte parti il ritorno al confronto più duro, quello nelle piazze. I sindacati di polizia hanno parlato di colleghi "esausti per la tensione prolungata" ed hanno chiesto espressamente di vietare la manifestazione.

Il parlamentari pronti ad aprire ai gilet gialli - Intanto nella giornata di lunedì Philippe ha ricevuto i leader dei partiti rappresentati in Parlamento. Laurent Wauquiez, leader dei Republicains, ha chiesto di rinunciare all'aumento delle tasse sul carburante. Una moratoria è stata anche la richiesta del socialista Olivier Faure, e pure il partito di maggioranza, La Republique en Marche, non è più unito. In molti chiedono gesti concreti, la sinistra radicale della France Insoumise riassume la sua visione in "cedez ou partez", cedete o andatevene. "Rispondetegli!" è stata l'esortazione al governo di Marine Le Pen, "prendete decisioni che calmino tutti, il governo e il presidente sono responsabili della rabbia che aumenta. E la violenza è spesso conseguenza della rabbia".

Inizia a scarseggiare la benzina - I blocchi, per la terza settimana di fila, di vari depositi di carburante, dalla Normandia al Mediterraneo, hanno causato intanto le prime carenze di benzina: in Bretagna numerose stazioni di servizio sono a secco e le autorità locali hanno cominciato a razionare la benzina. Bloccati i depositi di Le Mans, di Grand-Quevilly e di Fos-sur-Mer, mentre l'intervento delle forze dell'ordine ha sbloccato gli impianti di La Rochelle e Donge.