Nata a South Northwood, alle porte di Londra, il 13 maggio 1935, Rimington entrò nei ranghi dell'MI5 nel 1969, dopo aver lavorato ufficialmente dal 1964 come dattilografa presso l'ambasciata britannica in India
© Afp
E' morta a 90 anni Stella Rimington, spia professionista britannica e prima donna chiamata a dirigere l'MI5, i servizi segreti interni di Sua Maestà. Lo annunciano i vertici dell'intelligence. Considerata da più parti il modello ispiratore del personaggio "M", la direttrice dei servizi britannici interpretata da Judi Dench nella saga cinematografica dell'agente 007 James Bond, fu nominata a capo dell'MI5 dal governo conservatore di John Major, successore di Margaret Thatcher, nel 1992 per poi essere collocata a riposo dal laburista Tony Blair nel '96.
Nata a South Northwood, alle porte di Londra, il 13 maggio 1935, Rimington entrò nei ranghi dell'MI5 nel 1969, dopo aver lavorato ufficialmente dal 1964 come dattilografa presso l'ambasciata britannica in India, dove suo marito era in servizio in quanto diplomatico. Per poi percorrere tutta la strada della carriera interna, fino al comando dell'agenzia: ascesa all'epoca inedita che segnò un qualche modo una svolta rivoluzionaria verso la parità di genere.
Ken McCallum, attuale direttore del servizio, l'ha ricordata in un comunicato come una figura importante anche per aver "inaugurato una nuova era di trasparenza nell'MI5 per garantire meglio la sicurezza del Paese, lasciando dietro di sé un'eredità che perdura oggi". Eredità segnata fra l'altro dall'autorizzazione senza precedenti a trasmettere i documenti segreti agli Archivi Nazionali di Stato del Regno Unito. Dopo di lei, l'MI5 ebbe solo un'altra direttrice, Eliza Manningham-Buller, fra il 2002 e il 2007. Mentre l'MI6, i servizi segreti esteri (a cui fa in realtà riferimento il personaggio cinematografico di M), non hanno finora mai avuto donne al comando: la prima sarà Blaise Metreweli, designata a giugno dal governo attuale e destinata a entrare in carica in autunno, malgrado le rivelazioni emerse solo successivamente sui media sulla storia da collaborazionista nazista di suo nonno, di origine ucraina.