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Gb, Corte Strasburgo: "Londra può sospendere le cure a Charlie Gard"

Sono state ritirate le misure preventive per il bimbo che soffre di una rara e fatale malattia genetica ed è stato dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai genitori

Gb, Corte Strasburgo:
lapresse

La Corte europea dei diritti umani ha ritirato le misure preventive per il piccolo Charlie Gard, il bimbo che soffre di una rara e fatale malattia genetica, e approvato le decisioni prese dai tribunali britannici in base alle quali si possono sospendere le cure a cui finora è stato sottoposto per mantenerlo in vita.

La Corte di Strasburgo ha dichiarato così inammissibile il ricorso presentato dai genitori.

La Corte ha dunque stabilito che le misure preventive da lei stessa imposte alcune giorni fa a Londra per continuare a tenere in vita Charlie devono considerarsi decadute.

Il ricorso respinto - Nel ricorso i genitori del bimbo, che soffre di una rara e fatale malattia genetica, avevano sostenuto che l'ospedale avesse bloccato l'accesso al trattamento per mantenere in vita Charlie negli Stati Uniti violando così il diritto alla vita e a quello alla libertà di movimento. Inoltre, avevano denunciato le decisioni dei tribunali britannici "come un'interferenza iniqua e sproporzionata nei loro diritti genitoriali".

La Corte non si sostituisce alle autorità nazionali - La Corte di Strasburgo ha ribadito che non le spetta il compito di sostituirsi alle competenti autorità nazionali. Nel decidere sul ricorso ha tenuto conto "del considerevole margine di manovra che gli Stati hanno nella sfera dell'accesso alle cure sperimentali per malati terminali e nei casi che sollevano delicate questioni morali ed etiche".

La Corte: "Decisioni accurate dei tribunali nazionali" - Inoltre i giudici di Strasburgo hanno rilevato che "le decisioni dei tribunali nazionali sono state meticolose e accurate e riesaminate in tre gradi di giudizio con ragionamenti chiari ed estesi che hanno corroborato sufficientemente le conclusioni a cui sono giunti i giudici. La Corte ha dato peso al fatto che esiste una legislazione, compatibile con la Convenzione europea dei diritti umani, che regola sia l'accesso ai trattamenti sperimentali che la sospensione dei trattamenti per tenere in vita qualcuno".