I giudici hanno spiegato, nella sentenza, che "il finanziamento illecito della campagna elettorale del 2012 è stato accertato". L'ex presidente aveva superato il limite del plafond per le spese sostenute, consentito per legge, di oltre 21 milioni di euro, con un sistema fittizio di doppia fatturazione
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La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di Nicolas Sarkozy sul caso Bygmalion, in merito alle false fatture durante le elezioni presidenziali, poi perse, nel 2012. L'ex presidente deve quindi scontare la condanna, ormai definitiva, a un anno di carcere, di cui 6 mesi senza condizionale. Per questo caso, Sarkozy, che presto dovrebbe venire incarcerato per l'altro caso dei presunti finanziamenti libici alla campagna presidenziale del 2007, è stato condannato in appello il 14 febbraio 2024.
Nella sentenza, la Corte Suprema ha spiegato "che è stato accertato il finanziamento illecito della campagna elettorale" del 2012. "Infatti, il candidato aveva personalmente dato il consenso al suo staff affinché sostenesse per suo conto le spese della campagna, pur sapendo che tali spese avrebbero comportato il superamento del limite stabilito dalla legge", ha aggiunto la sentenza.
Le indagini rivelarono che, per mascherare le spese esagerate della sua campagna elettorale (quasi 43 milioni di euro a fronte di un importo massimo consentito per legge di 22,5 milioni) era stato messo in atto un sistema di doppia fatturazione, attribuendo gran parte del costo degli incontri al partito Unione per il Movimento popolare (UMP), poi divenuto LR, sotto la copertura di accordi fittizi con la ditta di eventi Bygmalion.