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Fine del gas russo in Ue, von der Leyen festeggia ma non succederà subito: ecco perché

Non solo in Ungheria, sarà ancora importato in otto paesi europei. Più facile invece lo stop al Gnl 

03 Dic 2025 - 18:23
 © Ansa

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L'intesa tra Consiglio e Parlamento Ue sull'eliminazione graduale delle importazioni di gas russo segna "una giornata storica per l'Unione europea". Lo ha detto Ursula von der Leyen. "Molti pensavano che non sarebbe stato possibile invece è successo. Ho sempre saputo che avremmo potuto farlo. Ora siamo pronti ad aprire collaborazioni con nuovi partner affidabili. Questo è solo l'inizio di un vero successo europeo", ha dichiarato la presidente della Commissione europea. E' un successo certo ma non da subito. 

I tempi per lo stop al gas russo

 Lo stop al gas russo deciso dalla Commissione Ue si articola in fasi diverse a seconda dei contratti. Per quelli a breve termine conclusi prima del 17 giugno 2025, il divieto si applicherà dal 25 aprile 2026 per il Gnl e dal 17 giugno 2026 per il gas. Per i contratti a lungo termine conclusi prima del 17 giugno, le date limite saranno l'inizio del 2027 e l'inizio di ottobre 2026, con una possibile proroga di un mese per i membri Ue che incontrano difficoltà a raggiungere i livelli di stoccaggio richiesti. Intanto la dipendenza da Mosca dell'Europa dallo scoppio del conflitto in Ucraina si è notevolmente ridotta: ad ottobre Mosca rappresentava il 12% delle importazioni di gas dell'Unione europea dal 45% prima dell'invasione nel 2022. Ungheria, Francia e Belgio sono tra i Paesi che ancora ricevono forniture. Il dossier sull'import di energia dalla Russia, secondo Palazzo Berlaymont, coinvolge ancora complessivamente otto Paesi membri.

Le forniture di Gnl

 Non solo Ungheria e Slovacchia, soprattutto per il greggio, quindi, ma anche Grecia, Francia, Belgio, Olanda, Portogallo e Spagna. E' agli ultimi cinque, che importano esclusivamente Gnl, che si rivolge il pacchetto di sanzioni messo sul tavolo da Ursula von der Leyen. La scelta di colpire il Gnl con il divieto totale di import non è stata casuale. Il gas naturale liquefatto, che arriva nelle città europee via mare, è più facile da stoppare, anche da un punto di vista dell'interruzione dei contratti in essere. Non coinvolge, inoltre Ungheria e Slovacchia. Chiamare i due partner più vicini a Mosca, ad accettare le nuove misure energetiche della Commissione non era ritenuto praticabile.

I conti di Mosca (e di Bruxelles)

  Secondo la Commissione le perdite per le casse del Cremlino non saranno marginali sebbene finora al decrescere costante dell'import di gas russo via gasdotto negli ultimi mesi ha fatto da contraltare l'aumento dell'import del gnl. Nel primo semestre del 2025, ad esempio, le importazioni tramite gasdotti - complice anche la chiusura del transito in Ucraina - sono scese del 9% ma, se incrociamo il dato con gli acquisti di Gnl, l'import totale di gas ha registrato un +3,4%. C'è da dire però che anche gli acquisti di gas naturale liquefatto hanno subito un recente calo. I calcoli dell'esecutivo Ue prevedono che il Gnl russo possa essere facilmente rimpiazzato da quello proveniente da Norvegia, Usa, Nordafrica, Paesi del Golfo o Indonesia. Il ricambio, del resto, è già in atto. Se si guarda all'Italia, ad esempio, nel primo semestre 2025 gli Stati Uniti sono diventati il principale fornitore di Gnl, rappresentando il 45% del totale delle importazioni, seguiti da Qatar (24%) e dall'Algeria (20%). Però il sogno dell'azzeramento è ancora lontano. Il gasdotto Turkstream continua ad alimentare Ungheria, Slovacchia e lo farà ancora per un po'. Più vicino il distaccamento totale dal petrolio russo. Nel 2021 l'Ue ne importava il 25%, oggi il 3%, interamente focalizzato in Slovacchia e Ungheria.